“Il tempo della materia animata” a Camorino
Il prossimo 5 settembre alle ore 19.00, al centro culturale Areapangeart di Camorino si inaugura l’esposizione Il tempo della materia animata. Curata e allestita da Loredana Müller, presenterà quattro artisti che operano sulla materia come metafora del tempo e dell’anima. I suoni in sala saranno generati appositamente da Claudio Farinone, un testo critico, scritto dalla giovanissima Gaia Ferrini, sarà presente in sala espositiva. Gli artisti scelti per questa particolare esposizione, in dialogo, sono:
Aldo Ambrosini classe 1942, di Varese, è un artista la cui opera mette in scena il dramma umano, un esistenzialismo dai segni neri alla Franz Kline, o vicino a un De Kooning, e amante di Rothko e di Jules Bissier. Mettendo insieme il linguaggio gestuale e quello figurato (o “figulino d’ombre”), Ambrosini è memore del ‘300 italiano dei San Sebastiano e delle Crocifissioni coniugati con la più recente ricerca gestuale, come il simbolo-pugno di Mandela per esempio. Sono segni neri, antropomorfici, che ricordano Hartung e un certo espressionismo americano. L’artista utilizza prevalentemente carte veline dipinte e segnate da entrambi i lati in varie sovrapposizioni, una ricerca impalpabile eppure gravosa e disperata. Sono i neri profondi, a tempera, a prendere il sopravvento, ma anche delicati grigi, e sudari di cromie quasi pop.
Bruno Tosi, di Albenga, nato nel 1951, è un artista che lavora nel luganese, ed ha esposto spesso in Italia, in Ticino, alla Galleria Pangeart di Bellinzona e alla Galleria L’Angolo di Mendrisio, con personali e collettive in luoghi pubblici e privati. Ultimamente, esperienza importante, una personale ai giardini di Spoerri, in Toscana. È arte povera la sua, materiali come tela, stoffa, cartone, corde e tanti altri elementi poveri, rifiutate rimanenze della nostra società suburbana o urbana che sia. Materie lacerate, impoverite, corrose dal tempo, riguadagnano posto o luogo nel riciclo, nel recupero e nell’invenzione formale unita all’attenzione delle cromie, in una sfida tra colore/non colore, collature, assemblaggi e ricerca spaziale e dimensionale. Protagonista è la materia usata, che l’artista incontra, raccoglie e assembla, redime e innalza; rigenerandola essa acquista un altro respiro di natura sacrale.
La più giovane Linda Fontanelli di Firenze, del 1978, situa la sua ricerca tra materiali quali le pelli o le cortecce, prediligendo il legno, il cuoio, e ultimamente la ceramica. Allieva per tre anni in Areapangeart, dove utilizza la carta e le tecniche pittoriche, diviene prima assistente nel piccolo centro, poi fotografa ufficiale di Areapangeart. Ricca di esperienze di studio tra Italia (la sua Firenze) e Svizzera, di esperienze lavorative a Zurigo, è ora impegnata più che mai nella didattica. Opera spesso con il fuoco, con punte di pirografo, con la temperatura del forno ceramico. Una piccola lotta la sua, tra soffio vitale, manipolazione, atti espressivi e registrazioni sensibili. Tramite segni ripetitivi, continui, che non hanno argine, interviene su cuoi (il padre lavora la pelletteria) legni, o, con smalti, su cortecce. In questa esposizione ci sorprenderà con le sue ultime sculture in ceramica, “Funghi d’albero” li chiama, forme dai moti increspati ed esponenziali.
Per concludere e chiudere il quadrato, poiché sono quattro gli artisti in Areapangeart,
Loredana Müller classe 1964, che con il compagno Gabriele Donadini anima il centro culturale, ha da lungo tempo avviato una ricerca artistica in cui emerge la dimensione trasformativa del fare, un dialogo serrato tra segno e materia, colore e forma fino all’emersione del senso; l’arte è trasformazione continua, creazione di valore che sfida il tempo, la durata, è ricerca che diventa tessuto dell’essere.Protagonista, da sempre, è la carta, poi gli inchiostri o i pastelli che l’artista genera autonomamente dagli ossidi minerali che raccoglie trasformandoli in gamme cromatiche. Due saranno le opere in sala espositiva, i pastelli ” Ferita alata” e “Fuga in Egitto”. Nella cameretta in fondo alla sala espositiva si potranno osservare le carte nate da petali e fiori macerati, che riemergono come impronte-tracce linfatiche tra i succhi degli inchiostri adoperati per il tessuto segnico, che rivivono e sostengono leggeri il motivo e il cuore della mostra.
Areapangeart come sua abitudine genera in dialogo e l’esposizione prevede quattro serate di approfondimento e riflessione assieme agli autori. Alle ore 19.00 dei lunedì seguenti:
Il 19 settembre gli stessi artisti si raccontano, moderati dalla Müller, tramite proiezioni e dichiarazioni poetiche.
Il 3 ottobre ” Donna perché piangi?” ciclo sulla Dea Ferita di Werner Weick e Marilia Albanese
Il 17 ottobre il concerto di Claudio Farinone chitarra sola.
Il 31 ottobre si presenteranno le ultime edizioni nate in seno ad Areapangeart e il lavoro della scuola attorno, soprattutto, all’incisione. In saletta incontri oltre i quattro artisti già toccati, ci saranno prove e piccole edizioni delle allieve e degli allievi della scuola Areapangeart: Flavia Butti, Daniela Marcacci, Romana Keller e Claudio Sabbadini.