Studio Foce, la presentazione dei testi finali di Luminanza
Domenica 9 ottobre alle 14.00, presso lo Studio Foce di Lugano in Via Foce 1, nella cornice del FIT Festival, si terrà la presentazione dei testi finali della seconda edizione di Luminanza – reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana. Brani tratti dalle opere prime di giovani autrici e autori svizzero-italiani saranno letti in italiano dagli attori e attrici Angelo Di Genio, Igor Horvat, Alice Redini e Carlotta Viscovo e presentati nella rivista di Luminanza in copie limitate. Anche quest’anno i testi sono stati tradotti e resi disponibili in tedesco e francese. Il 9 di ottobre sarà anche l’occasione per presentare i partecipanti alla terza edizione di Luminanza: Dilbirin Aksan, Chiara Gallo, Lea Ferrari, Elisabeth Sassi e Branislava Trifkovic.
In quali mondi ci porta la Luminanza 2022?
Greenlanders di Marta Pizzagalli esplora il mondo scandinavo di Aalis e Gunnhild, due coinquiline vichinghe alle prese con il Climate-Change: è possibile preservare un’umanità quando l’umanità si sta estinguendo? Fino a che punto siamo disposti a cambiare per vivere?
In Mitocondriache di Sofia Reggiani, la Signora Susy, oltre ad avere un cane esigente, un figlio che pensa solo alla microbiologia e poche ore per organizzare la prima serata di Speed Dating al suo Karaoke Bar, è inconsapevolmente abitata da tre misteriose donne. In questo testo il mitocondrio, luogo della memoria genetica femminile, diventa il palcoscenico di una memoria storica in cui tre donne di epoche diverse si contendono un microfono per cantare il proprio dolore.
Ne Lo Stoccafisso e la luna di Valerio Abate, troviamo Lucio, un professore pedante e ipocrita, complice di un regime accademico fatto di ruffiani e sicofanti che non vedono l’ora di condannare chiunque esuli dall’ortodossia dell’Università. Ciononostante, Lucio sente il bisogno di capire i motivi per cui lo zio – un alchimista e teologo libertino – si è suicidato e rischia tutto conducendo una ricerca illecita nel suo studio. Ma qualcosa di inaspettato giunge dal seminterrato, qualcuno che Lucio ha dimenticato da molto tempo, e che disprezza: O.
In Ciclopi di Alessia Passoni, è sufficiente coprirsi un occhio con la mano per trasformarsi nelle creature mitiche che barattarono un bulbo oculare con Ade, in cambio della capacità di vedere il futuro. Adam e Nina l’hanno inventato il giorno in cui si sono conosciuti, per sopravvivere alla realtà, dando voce e corpo a tutte le cose meravigliose e fragili che si agitano dentro una solitudine mortale. Questo testo riporta una parte della loro storia, frammentata come i ricordi e sospesa come il vuoto lasciato da una persona che non c’è più.
Ne Il titolo lo trovavi sempre tu di Joséphine Bohr due personaggi, due attori, due, o semplicemente due esseri sospesi nel vuoto giocano con l’autrice e con la scatola teatrale, cercando di tenere tutto il mondo fuori. Colori, immagini, frammenti di reale intrudono dentro il loro gioco scenico, riportandoci verso tutto ciò che, quando siamo a teatro, vogliamo dimenticare.