Un libro “eccezionale” per modalità di pubblicazione, accesso al materiale e idea di fondo: quella di pubblicare, per la prima volta integralmente e dopo alcuni tentativi sommari passati, il corpus di disegni tracciati negli anni, tra quaderni personali, diario, frammenti cartacei, da Franz Kafka, che si rivela così essere non solo l’indimenticato scrittore di fama mondiale di cui tutti ricordano, bensì, di fondo, anche un artista capace di dare forma alle proprie idee anche con una matita in mano. Disegni, quelli kafkiani, che sorprendono anzitutto per le loro caratteristiche: tratti e schizzi, perlopiù appunto a matita, monocromi, incisi sui fogli in una battaglia costante tra due soli colori prediletti dallo scrittore, il nero e il bianco. Ora editi, dopo una prima edizione tedesca nel 2021, da Adelphi nel volume I disegni di Kafka – presentato giovedì 13 ottobre all’Università della Svizzera italiana su iniziativa della Goren Monti Ferrari Foundation e con gli interventi, oltre che dei professori Giacomo Jori e Giulio Busi, del suo Curatore, il prof. Andreas Kilcher – essi si prestano anzitutto a sottolineare l’importanza della cultura visuale nel celebre scrittore, di cui si avvaleva anche nelle sue pagine diaristiche più note.
Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:
L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite
l'apposito formulario.