Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere (Pablo Picasso)
Mercoledì – La Ribera
Oggi mi addentro in un altro quartiere di Barcellona, dove si trova uno dei suoi più importanti musei dedicati all’artista più famoso, Picasso (voluto dall’amico intimo degli anni giovanili e segretario personale, Jaume Sebartés, a cui è riservata una intera sala). È il Picasso soprattutto delle origini (la maggior parte delle opere qui esposte sono state realizzate prima del 1904), il meno noto, quello degli anni della formazione accademica e io lo consiglierei a coloro che ancora oggi quando vedono una mostra di questo geniale creativo pensano che faccia quelle “strane cose” perché non sa disegnare oppure affermano (ancora adesso, ve l’assicuro…), “anche mio figlio di cinque anni saprebbe…”.
Seguiamo dunque il percorso dalle prime prove figurative dell’adolescente, da cui emerge la precocità del talento, i paesaggi, i ritratti ottocenteschi e famigliari, le visioni campestri e naturalistiche, il realismo socialista, le occasioni cerimoniali, la prima comunione, i funerali e anche i primi riconoscimenti e la prima esposizione, il circolo dei Quatre Gats che esiste ancora, fino all’aprirsi dei “periodi”, azzurro e rosa, il mondo e gli amici di Parigi, le influenze di Cezanne o Lautrec. Nella parte antica e più signorile del palazzo troviamo una collezione di porcellane donate dalla vedova. Ne seguiamo il percorso e ne capiamo meglio la storia.
Il Museo si trova poi in un cuore medioevale pittoresco, grondante di passato e ricco di altre strutture, come il museo multietnico delle culture del mondo o il Museo Europeo d’Arte Moderna e la Fondazione Gaspar, questi due ultimi dedicati alla contemporaneità.
Dopo una intera mattinata passata a nutrirmi lo spirito, poco lontano, ecco un ristorante basco, Euskal Etxea, autentico con una varietà infinita di stuzzicanti tapas. Si possono scegliere e prendere dal bancone, ogni pezzo con il suo stuzzicadenti da mettere da parte e conservare con cura. Perché? Perché il conto verrà fatto, alla fine, in base al numero di bastoncini che avrete lasciato nel piatto… Riesco a fare anche una interessante conversazione sulla lingua basca che è l’unica di cui resta enigmatica l’origine, così particolare, così
all’apparenza primitiva e lontana da qualsiasi altra europea.
Proseguendo, nel pomeriggio, passo dalla Basílica de Santa Maria del Mar, rappresentativa del gotico catalano, con il suo interno di ampio respiro.
Quindi mi dirigo al Parc de la Ciutadella e ciò che mi ha sempre colpito è come le oasi verdi siano più frequenti e rigogliose nelle città nordiche rispetto a quelle meridionali. Barcellona non fa eccezione. Mi sembra un parco piuttosto spelacchiato e polveroso. Nel nome l’evocazione di una sinistra fortezza che non esiste più. Qui fu invece la sede della famosa Esposizione Universale del 1888, di cui vediamo ancora alcuni simboli, come il castello pseudo-medievale o la bizzarra Cascada a cui partecipò anche Gaudì. Finalmente, dove c’è il laghetto con le sue paperelle (ci si può andare anche in barca), trovo uno spiazzo allegro, solare, ridente, pieno di bambini che giocano. Mi fermo un po’ a riposarmi e prendere il sole, tornando e facendo il giro, passo dal Parlamento, non entro allo zoo, contemplo lo stravagante omaggio di Tapiès a Picasso, e sul grande viale posso ancora notare l’Arco di Trionfo che faceva da entrata per l’Esposizione.
Nei dintorni ci sono altre attrattive per gli interessati, ad esempio, centri di fotografia o il museo della cioccolata… Io darò un’occhiata al Born Centre de Cultura i Memòria, con la sua struttura di ferro e mattoni, che ha soprattutto scopi didattici, e al Mercat de Santa Caterina che attira l’attenzione per l’originalità del tetto ondulato policromatico.
Il Palazzo della Musica invece lo visiterò un altro giorno. Ormai è troppo tardi e anche questa è stata una giornata proficua. Quello che s’impara viaggiando è che occorre sempre fare delle scelte, non tutto ma ciò che conta, in base ai propri interessi. Questi che propongo non sono percorsi ideali, schematici, come quelli forniti dalle guide. La deviazione è un sistema di arricchimento, non di perdita. Alla prossima.
6 – Continua