Dal 3 al 10 dicembre va in scena in Ticino la nuova creazione della Compagnia Finzi Pasca, 52, ideata nel 2021 in co-produzione con la Fondazione Teatro dell’architettura Mendrisio – Università della Svizzera italiana. Lo spettacolo, che vede in scena Pablo Gershanik (La Plata, Argentina, 1974), attore, regista e pedagogista teatrale, è ispirato al suo progetto Ochentas Balas sobre el Ala, una ricerca sulla capacità del teatro di curare che si interroga sulla resilienza attraverso l’arte. Il progetto, presentato nel 2017 a Buenos Aires, viene ripreso nel 2019 nell’ambito della residenza artistica al Centquatre a Parigi dove Pablo sviluppa il laboratorio Les Maquettes Intimes lavorando, fra altri, con le persone che hanno vissuto il dramma del Bataclan a Parigi. Il risultato di queste ricerche ha un valore così grande che nel 2021 la Compagnia Finzi Pasca, insieme a Pablo, decide di trasformare queste esperienze in uno spettacolo teatrale.
«52 è il numero di una strada che non esiste nella planimetria immaginata da visionari urbanisti», spiega Daniele Finzi Pasca. «È la ricostruzione di una notte dove un padre, medico, giocatore di rugby viene trucidato da un gruppo di sicari, è pure la descrizione di un metodo che Pablo ha scoperto in un modo e che con la Compagnia abbiamo inventato dall’altro per far emergere storie. Mettiamo in scena la contemporaneità degli eventi, cerchiamo di raccontare con la leggerezza di una piuma temi complessi». I numeri di una tombola immaginaria aprono capitoli che evocano coincidenze: la storia di un medico, la passione per il rugby e l’efferata esecuzione di un giovane padre. Tardo pomeriggio, un matrimonio è stato celebrato in cattedrale: segue una festa durante la quale due famiglie incrociano dialoghi, storie e piccoli aneddoti. Lo sposo è argentino mentre la sposa e la famiglia che l’accompagna vengono da lontano. Domina la scena una gigantesca torta nuziale mentre un attore poliedrico e carismatico interpreta tutti i personaggi. «Alle radici di tutta la nostra ricerca che ci ha portato in giro per il mondo negli ultimi 39 anni vi è la certezza che ci sono storie che possono curare. La paura del buio, la perdita di un famigliare, le ferite d’amore producono piaghe dolorose che solo certe storie possono curare. Questa nuova creazione – aggiunge il regista – ci permetterà di tornare alle radici del nostro modo di pensare il teatro fatto di vicinanza con il pubblico, ricerca di empatia, leggerezza e incanto».
Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Sociale di Bellinzona, il 3.12 alle 20.45 (prevendite: InfoPoint Bellinzona, tel. 091 825 48 18, punti vendita e sito di Ticketcorner); al Teatro la Darsena di Magadino, il 4.12 alle 20.00 (prenotazione obbligatoria: biblioteca@gambarogno.ch, tel. 091 794 24 29, ma 9-11 e 15.45-18, me 15-18, ve 16-18); al Teatro dell’architettura di Mendrisio, il 5.12 alle 20.30 (prenotazione obbligatoria: info@fondazionetam.ch, tel. +41 58 666 5968, lu ma e gi 9-18); al Teatro Foce di Lugano, il 7-8.12 alle 20.30 (prenotazioni: biglietteria.ch); al Cinema Teatro di Blenio, Acquarossa, il 10.12 alle 20.30 (prevendite: cinemablenio.ch e in cassa serale).
Per la recensione di 52, a cura di Manuela Camponovo, v. La leggerezza dell’ala e la durezza del piombo.