“Decamerone/3”, Emanuele Santoro al Teatro del Gatto
Venerdì 13 gennaio alle ore 20.30 si terrà al Teatro del Gatto di Ascona l’ultimo appuntamento del ciclo dedicato al Decamerone di Boccaccio. Ancora tre novelle interpretate al leggio da Emanuele Santoro con la musica dal vivo di Claudia Klinzing: Frate cipolla, che promette ai contadini di mostrare loro una piuma dell’Arcangelo Gabriele ma si ritrova costretto ad improvvisare con il carbone; Calandrino e l’elitropia, ovvero la pietra preziosa che rende invisibili e con cui si può (potrebbe…) far di tutto; Ruffiani si nasce, quando una confessione val bene una notte d’amore.
Siamo a Firenze, nel 1348, in piena epidemia di peste nera. Sette donne e tre uomini benestanti si rifugiano in una villa sui colli fuori città per proteggersi dal contagio. Lockdown medievale. Staranno insieme quattordici giorni e, per passare il tempo, ogni giorno, tolti due volte due giorni di riposo, ognuno di loro racconterà una novella. Dieci giorni, cento novelle. I temi principali, stabiliti dalla regina o dal re del giorno, saranno l’amore, la fortuna e l’ingegno, raccontati in più modi: gli amori infelici e gli amori felici, le beffe, la fortuna che domina gli individui e quella dominata dagli individui con l’ingegno, l’arguzia per trarsi d’impaccio e fuori pericolo, la cortesia e la magnanimità. Le novelle esaltano la vita cortese e aristocratica dei nobili del tempo, il mondo mercantile, il gusto della beffa, l’amore, il piacere, gli inganni. In breve, un inventario delle passioni e dei sentimenti umani, una lettura realistica del mondo. Per questo, ma solo nell’Ottocento, De Sanctis definisce il “Decamerone” una commedia umana, un po’ come fece lo stesso Boccaccio con Dante attribuendo l’aggettivo Divina alla sua “Commedia”. Ma alcune di queste novelle colpiscono la corruzione ecclesiastica, mettendo addirittura in discussione la morale religiosa (ahia…). Nel cinquecento, per volere di Papa Paolo IV, viene redatto l’indice dei libri proibiti. Il “Decamerone”? Dentro. Solo nel Settecento Boccaccio recupererà la sua importanza e il “Decamerone” verrà osservato con occhi nuovi, superando la polemica religiosa e moralistica. Leggendo oggi queste novelle, in un adattamento-traduzione che lo rende un po’ meno ostico dell’originale in volgare, ci rendiamo conto di quanto il “Decamerone” sia moderno, attuale, intelligente, ironico e divertente, un capolavoro che oltre ad essere considerato capostipite della letteratura in prosa, è senza dubbio uno dei testi più famosi e importanti della letteratura italiana.
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