Mostra

Pierre Casè, arte e grafica tra memoria e oblio


Pierre Casè, Sotoportego del Remer, 2008-2009. Tecnica mista su tela e metallo. Foto: Carlo Pedroli

Lo Spazio Officina di Chiasso omaggia Pierre Casè, scomparso lo scorso agosto (v. il nostro ricordo), con una mostra antologica che ripercorre i cinque decenni di attività creativa e di ricerca concettuale e materica dell’artista: Pierre Casè, arte e grafica tra memoria e oblio (19 marzo-1° maggio 2023). Il concetto espositivo, spiegano i curatori – Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice dello Spazio Officina e del m.a.x museo, e Dalmazio Ambrosioni, storico e critico d’arte – è stato discusso e definito con Pierre Casè negli ultimi mesi della sua vita. Egli aveva infatti accettato con grande entusiasmo di esporre a Chiasso, città che l’aveva proposto con una mostra personale nel 1985 in sala Diego Chiesa. L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 18 marzo alle ore 18.00, alla presenza dei due curatori, del critico d’arte Luciano Caprile e di Davide Dosi, Vicesindaco e Capodicastero attività culturali di Chiasso. Per l’occasione, lo Spazio Officina sarà aperto al pubblico sino alle ore 20.30.

«Attraverso l’impegno nell’arte, interpretato come una sorta di missione, Pierre Casè esprime la complessità del tempo in una cristallina ed emozionale indagine nella quale mette a confronto sentimenti contrastanti, che fa emergere in maniera dirompente», sottolineano i curatori. «La Valle Maggia è sempre fonte di ispirazione e di citazione nella sua arte, al punto da assurgere a metafora di un mondo dove la naturalità del vivere nasce dal rapporto con la memoria. Attraverso un linguaggio complesso, i suoi segni disegnati, dipinti, incisi o assemblati rimandano a misteriosi alfabeti arcaici in relazione ai graffiti contemporanei, oppure alle strutture geomorfiche dei sassi o fitomorfiche dei vegetali», aggiungono Nicoletta Ossanna Cavadini e Dalmazio Ambrosioni. «Seppur in un evocativo senso concettuale del presente, Casè non rinuncia mai al rapporto con il mondo della forma. La materia e i colori sono molto particolari e traggono spunto da elementi che ricordano materiali della natura come le polveri della terra o la ruvidezza della corteccia», concludono i due curatori presentando la prima esposizione postuma dedicata a Pierre Casè. 

 

La mostra

Allo Spazio Officina sono presentate oltre duecento opere (alcune mai esposte), fra grafiche e lavori materici di piccolo e grande formato, provenienti dall’Archivio della memoria del suo atelier. In particolare, è presente l’intera produzione grafica dell’artista, dal 1971, con le prime serigrafie realizzate in contesto di arte concreta fino all’ultima cartella del 2016 dedicata alle “impronte”.

Nella prima sezione della mostra è possibile apprezzare la sua opera grafica meno nota, dalle serigrafie alle raffinate incisioni all’acquaforte e acquatinta, dalle cartelle grafiche collettive a quelle tematica fra cui i “tre crani”, con la possibilità di vedere anche due matrici in zinco. A seguire sono presentate quattro opere dal titolo Tracce, rilevanti nel loro valore segnico. Un secondo blocco si apre con due grandi Atmosfere arcaiche giustapposte a due opere intitolate Mnemosine: musa che personifica la memoria e il potere del ricordare. Accanto, dodici opere grafiche dal titolo Teste arcaiche, che vengono affiancate a trenta opere materiche dallo stesso titolo e rappresentanti la medesima tematica. Al centro dell’esposizione si trovano quattordici stele: tre dal titolo KOSS; quattro richiamano il tema Ritorno alle origini e sono intitolate Impronte nel tempo; sono affiancate da altre quattro dal tema Il ritorno della memoria, sempre chiamate Mnemosine. La terza sezione della mostra si apre con Il Bestiario, opera unica composta da dieci pannelli posti in semicerchio e introdotta dal Libro del Bestiario con poesie di Angelo Casè e una prefazione di Gilberto Isella. Sono poi presentate trenta tavole sul tema Il nero è colore. Alfabeto dei segni, a fronte di una panoramica di una quarantina di Ex Voto tra i più rappresentativi della serie, protagonisti dell’ultima esposizione di Pierre Casè, alla Fondazione Ghisla Art Collection di Locarno nel 2021 (v. l’Osservatore n.02/2022 per il commento di Dalmazio Ambrosioni). Tra questi anche dieci Altarini da viaggio di due grandezze diverse e posti nelle teche. Ecco poi la possente opera donata al museo dal titolo Ritorno alle origini. Una quarta sezione riunisce cinque quadri della serie dei Sotoporteghi, opere di grandi dimensioni legate alla memoria della città lagunare, dove Casè ha esposto a più riprese: nel 2007 Mnemosine per Venezia nella chiesa di San Stae, nel 2011 Misteri del Sotoportego nella Scuola Grande della Misericordia, nel 2017 Il bestiario ai Magazzini del Sale. Conclude la mostra di Chiasso l’opera di carattere ancestrale che riporta i valori dell’Atmosfera arcaica, serie XIV. Accompagna il percorso espositivo il filmato Come in una favola. Pierre Casè, Maggia, Ticino, documentario di René Pandis e Thomas Radlwimmer (Svizzera/Germania 2016, 89 minuti) e il catalogo, con saggi di Dalmazio Ambrosioni, Luciano Caprile e Nicoletta Ossanna Cavadini, e un ricco apparato di immagini.

 

Eventi collaterali

Una visita all’atelier dell’artista a Maggia è in programma sabato 25 marzo (ore 10.00, iscrizione obbligatoria: amici@maxmuseo.ch), mentre le visite guidate gratuite con ingresso alla mostra a pagamento si terranno domenica 26 marzo (ore 10.30) e lunedì 1° maggio (ore 16.30). Si terrà sabato 15 aprile un laboratorio didattico per scolaresche, bambini e adulti interessati, dove si sperimenterà con gli elementi naturali per creare dei quadri-scultura (ore 15-17, iscrizione obbligatoria: eventi@maxmuseo.ch). È inoltre prevista una conferenza pubblica di Dalmazio Ambrosioni, dal titolo Pierre Casè. L’incisività del gesto fra memoria e oblio, per martedì 18 aprile (ore 20.30), in collaborazione con il Circolo “Cultura, insieme” di Chiasso.

La mostra è aperta al pubblico dal 19 marzo al 1° maggio 2023 nei seguenti orari: Ma-Ve 14-8, Sa-Do e festivi 10-12 e 14-18. Aperture speciali: 9-10 aprile, 1° maggio. Chiusure: 7-8 aprile. Entrata gratuita ogni prima domenica del mese. Per un approfondimento v. l’Osservatore n.11/2023.

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