Ben noto è il luogo e già sperimentata la sua ideale predisposizione a iniziative di carattere musicale e, più in generale, di espressioni artistiche che si offrano all’ascolto e alla riflessione. Nella basilica di san Carpoforo, ad esempio, il glorioso “Autunno musicale”, avviato a metà degli anni ’60, ebbe alcune delle sue manifestazioni più significative, tuttora presenti alla memoria collettiva.
La scenografica doppia scalinata che sale all’altare sovrastato dall’abside romanica, per poi discendere, in una sola rampa alla mistica cripta sottostante; la navata spoglia e perfino le “ferite” inflitte, nel corso dei secoli, da modifiche, tagli e aggiunte, nonché da interventi di restauro non sempre oculati; la splendida torre campanaria che fa da segnavia visibile in gran parte della città: tutto ciò costituisce, nel suo insieme, un ambiente che affascina e suscita un desiderio di quiete. Quella pace che qui hanno trovato, non soltanto il primo vescovo, Felice, e i primi martiri cristiani (Carpoforo e compagni) della nascente Chiesa di Como (sec. IV), ma anche gente comune, come il siriano Annulei, sepolto nell’anno 401, o il senatore Geronzio (sec. V), e innumerevoli persone tumulate, nei secoli, dentro e fuori l’aula basilicale.
La modesta iniziativa che si avvia, nell’imminente estate, ha innanzitutto lo scopo di far sì che questo ambiente – ormai raramente utilizzato come luogo di culto – possa continuare a offrire momenti di spiritualità in senso ampio, attraverso voci e suoni che diano nutrimento ed espressione alle silenziose tracce dell’anima e del luogo. L’organizzazione è affidata a un gruppo di volonterosi abitanti tra Camerlata e Rebbio, con il sostegno sia della parrocchia di Camerlata, sia della comunità delle religiose che gestiscono l’Istituto scolastico accanto alla basilica. Una delle serate – quella del 7 agosto – si svolgerà in collaborazione con il “Firmamento musicale” della cattedrale di Como, per una sorta di “decentramento” che rimanda a un possibile “circuito” delle antiche basiliche cittadine, anche in senso più ampio, turistico e culturale.
Quanto al programma di questa prima “stagione”, dopo una rilettura di canzoni contemporanee, per cogliervi provocazioni e messaggi al di là della forma musicale considerata “leggera”, proseguiremo su percorsi più tradizionali, anche in base agli esecutori che si sono resi disponibili per puro amore del luogo, appunto, e dell’arte.
Se questa iniziativa riuscirà ad avere seguito (sia di pubblico, sia nel tempo) ci si immagina di poter estendere la proposta ad altre espressioni artistiche, quali il teatro, la danza, la poesia, le arti visive…
Nel silenzio, nella marginalità, e anche in un certo stato di abbandono in cui da tempo giace la più antica basilica cristiana di Como (e i suoi dintorni immediati), voci e suoni torneranno a ravvivare l’incanto di questo luogo.
Saverio Xeres