Per riprendere il titolo di un’opera di Carlo Levi, “il futuro ha un cuore antico”, tutto torna e anche se non è proprio vero che nulla si distrugge, almeno a livello pratico, si può passare alla ricostruzione. Terminata la gloriosa epopea ferroviaria (su rotaie avevano imparato a viaggiare tutti, sebbene con differenti offerte sociali, dall’élite del turismo ai lavoratori delle prime ferie pagate, agli emigranti), sembrava che l’auto dovesse essere l’indefessa padrona delle strade e delle vite umane, con l’aereo per ogni spostamento a medio e lungo raggio e le navi da crociera per il piacere.
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