Camilla Parini da tempo è impegnata in una ricerca dell’identità attraverso performance che la possano in qualche modo raccontare e svelare, fotografie, vestiti, volti da truccare, travestimenti e specchi, usare il corpo come fosse quello di una bambola, il proprio o quello degli altri, tra finzione e realtà, entrando nelle case, incontrando chiunque fosse disponibile per un contatto. Questa volta nell’ambito del FIT, coinvolge se stessa in una sorta di autobiografia rievocata, ricordata, ricostruita, immaginata che va alle origini simboliche, luogo, spazio, geografia e tempo, di se stessa e del suo paese, ad iniziare dal gioco di parole che solo in francese ha senso, parodiando anche l’amletico interrogativo: Je suisse (or not). È uno spettacolo concepito per un partecipante (non solo spettatore) alla volta, in una stanza di Turba (spazio alternativo che per l’occasione e purtroppo solo per questa ha riaperto l’appartamento).
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