«Non possiamo che lasciar parlare i nostri quadri» – a partire dall’ultima lettera scritta da Vincent van Gogh al fratello Theo ha preso l’avvio l’intervento di Sergio Gaddi, critico d’arte e curatore della mostra Attraverso, in occasione del vernissage tenutosi lo scorso 6 ottobre all’AA Spazio Arte di Lugano, alla presenza di Pietro Turati, giovane ed emergente artista comasco. Un’affinità, quella con il pittore olandese, che i primi visitatori della mostra avranno ben colto in quelle opere «coloratissime e molto materiche» – come le ha definite Angela Toscanini, co-titolare della piccola galleria d’arte luganese, insieme ad Alessandra Bruni della Spina – che ora ritraggono figure in volo, in fuga o in attesa, ora la vita silente delle cose, nature morte o oggetti comuni, come quella cassetta postale che campeggia in bella vista nell’esposizione, forse vuota o forse piena di lettere, o ancora, mappe di città (con una “vista” dall’alto di Menaggio, Pietro Turati si è appena aggiudicato il primo premio del dodicesimo concorso di pittura della città lariana, dedicato a Franca Panizza).
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