SVIZZERA. Per una lettura transnazionale
Svizzera, potenza nascosta. È il titolo dell’ultimo numero di LIMES – la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo – totalmente dedicato alla Svizzera. Sottotitoli intriganti: Alla scoperta di un paese molto speciale. Europa in miniatura che rifiuta l’UE. Occidentale a tutto tondo ma neutrale.
Insomma, quasi un rebus. Sembrerebbe di sì, tante sono le dimensioni da prendere in considerazione. Tutto vero; ma anche tanta concretezza nel chiaro invito di Caracciolo agli italiani della Penisola a conoscere come si è costruita e quanto sia necessario considerarla opportunamente negli scenari odierni e di domani. Cosa che vale anche per noi; lo hanno esplicitato Marco Solari e Bernardino Regazzoni, già nostro ambasciatore a Roma e ideatore del Forum di Dialogo Italia-Svizzera, di cui si sta preparando una settima edizione.
Le premesse sono quelle di abbandonare da una parte e dall’altra le visioni e narrazioni storiche unilaterali. Per la Svizzera ci pensa il saggio introduttivo dello storico André Holenstein. La pecca sta nel raccontare il costituirsi dello Stato nazionale svizzero da una prospettiva esclusivamente interna. È d’obbligo, scrive Holenstein, prendere in considerazione la prospettiva transnazionale; come «l’esistenza della Svizzera si fondi su una specifica posizione in Europa; sia il prodotto di forze e costellazioni di potere europee». Uno spazio dinamicamente costituito tra dipendenze esterne e intraprendenze interne (la chiave di lettura, spesso usata nei nostri commenti) e quindi soggetto a nuove sfide, indicate tra i numerosi articoli della rivista. Stabilità non significa però immutabilità (Mazzoleni e Pilotti).
Una Svizzera segnalata, rispetto alla conflittualità della politica italiana, per il suo pragmatismo e il suo incentrarsi sull’amministrazione. Provocazioni ambivalenti. Da parte elvetica, le visioni sono forse nascoste o impedite dal nostro sistema democratico-consociativo? Intanto, il politologo Nenad Stojanović sottolinea come la Svizzera compensi le forze centrifughe del multiculturalismo e delle autonomie cantonali con quelle centripete dei numerosi referendum. Un federalismo sostanzialmente stabile e in equilibrio, che si esprime soprattutto nella composizione consociativa dell’esecutivo federale (per certi versi d’altri tempi, con soli sette membri) – la cosiddetta “formula magica” – e, spesso storicamente accompagnato da un autoritegno della maggioranza rispetto alle minoranze.
Nel medesimo tempo, il caso svizzero mostra un’entità federalista moderna, perché premoderna (Moreno Bernasconi), in linea con il pensiero espresso in passato da Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia, e ricordato durante la presentazione, per l’ammonimento a non ridurre i rapporti Italia-Svizzera a quelli tra Ticino e Lombardia.
Remigio Ratti
Segnaliamo che il numero di LIMES dedicata alla Svizzera è disponibile in libreria, per esempio presso Il Rifugio letterario a Massagno.