Il Gran Premio svizzero di letteratura 2024 a Klaus Merz
L’Ufficio federale della cultura (UFC) ha premiato l’opera dell’argoviese Klaus Merz con il più alto riconoscimento letterario della Svizzera. La zurighese Dorothea Trottenberg riceve il Premio speciale di traduzione. Bessora, Jérémie Gindre, Judith Keller, Dominic Oppliger, Claudia Quadri, Ed Wige e Ivna Žic sono stati insigniti del Premio svizzero di letteratura per opere letterarie pubblicate lo scorso anno. La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 10 maggio nella cornice delle Giornate letterarie di Soletta e vedrà la partecipazione del capo del Dipartimento federale dell’interno Elisabeth Baume-Schneider.
Gran Premio svizzero di letteratura 2024
Klaus Merz è nato nel 1945 ed è cresciuto a Menziken, nel Canton Argovia. Dopo gli studi per diventare insegnante di livello secondario, ha lavorato come docente di lingua e cultura alla Scuola svizzera di edilizia di Aarau. Ormai da diversi anni vive a Unterkulm e si dedica all’attività di scrittore indipendente.
«L’opera dell’autore», si legge nella laudatio, «è un intreccio di introspezione e condensazione linguistica. Esprime una voce letteraria discreta ma allo stesso tempo incisiva e autorevole, la cui eco si diffonde ben oltre i confini nazionali». In oltre mezzo secolo di carriera letteraria, iniziata nel 1967 con il volume di poesie Mit gesammelter Blindheit, Klaus Merz ha costruito «un’opera dalle molteplici sfaccettature» che comprende poesia, prosa (racconti, novelle, romanzi brevi e saggi), pièce teatrali, radiogrammi e libri per l’infanzia. Le sue opere sono state pubblicate in un’edizione di sette volumi. L’opera continua a crescere e Klaus Merz si occupa, ad esempio, del funzionamento interno di un’azienda dell’Altopiano svizzero (firma, 2019) o delle tracce della memoria (Noch Licht im Haus, 2023). L’archivio di Klaus Merz è depositato presso l’Archivio svizzero di letteratura (ASL).
Premio speciale di traduzione 2024
Classe 1957, Dorothea Trottenberg è una delle traduttrici indipendenti più produttive della Svizzera tedesca. Dapprima formatasi come bibliotecaria, ha studiato slavistica a Colonia e Leningrado (San Pietroburgo) e oggi traduce autori russi classici e contemporanei. Accanto a questa attività lavora come referente specialista di slavistica e studi dell’Europa orientale presso la Biblioteca dell’Università di Basilea.
«Dorothea Trottenberg», si legge nella motivazione, «brilla per la grande varietà di registri linguistici che padroneggia e che le permette di spaziare dai grandi romanzi classici di Gogol, Turgenev, Čechov o Tolstoj ai racconti contemporanei di Elena Čižova e Maria Rybakov, dalla prosa sperimentale di Sigizmund Krzhizhanovsky (Der Club der Buchstabenmörder, 2015; Münchhausens Rückkehr, 2018) all’eloquenza incisiva dei testi di Andrej Gelasimov (Durst, Suhrkamp, 2011)». Dal 2005 si dedica alla traduzione in tedesco dell’opera completa di Ivan Bunin, i cui primi dieci volumi già pubblicati la collocano di diritto tra le eccellenze contemporanee della traduzione dal russo. Nel 2012 il fondo tedesco per la letteratura (Deutscher Literaturfonds) l’ha insignita del premio Paul Celan, il più prestigioso riconoscimento per la traduzione in lingua tedesca.
Premi svizzeri di letteratura 2024
Oltre al Gran Premio svizzero di letteratura e al Premio speciale di traduzione, la Giuria federale di letteratura ha anche assegnato i Premi svizzeri di letteratura per opere pubblicate nel 2023 a:
Bessora (*1968, vive vicino a Parigi), Vous, les ancêtres, Paris, JC Lattès.
«Con una storia ricca di colpi di scena Bessora ci accompagna nei meandri del destino di Jane, nata in Cornovaglia nel 1667, e di Johann, nato nel “paese degli uomini fieri” due secoli più tardi. In una forma narrativa simile alla fiaba, dove un narciso mette radici dentro un bambino, dove i sogni sono importanti quanto la realtà, dove futuro e passato si confondono e dialogano l’uno con l’altro, dove lo schiavo diventa padrone e il padrone schiavo, Bessora, con il suo stileammaliante, ci cattura e ci trasporta in un vortice misterioso e fantasmagorico».
Jérémie Gindre (*1978, vive a Ginevra), Tombola, Genève, Zoé.
«La Tombola che ci offre Jérémie Gindre è composta da sette racconti. Sette storie che si distinguono per lunghezza, ambientazione e protagonisti, ma che nel contempo sono legate tra loro da rimandi interni e da una logica generale: la stessa parsimoniosa attenzione ai dettagli di una descrizione, una distanza curiosa tra la voce narrante e i personaggi, un gusto per l’aneddoto che devia il tranquillo corso degli eventi e, tra le righe, una discreta e delicata nonchalance che non smette di sorridere, per esempio quando una storia viene interrotta da un semplice starnuto. Questo libro possiede la rara qualità di farsi antologia e di rivelarsi più della somma delle sue singole parti: da un racconto all’altro ci invita a perderci, a esplorare o a scoprire come si creano nuovi significati in funzione dei richiami interni tra le storie. In questa tombolata, la posta in palio è grande sia per l’autore che per chi legge: per lui un bel premio, per noi una poetica delle sfumature».
Judith Keller (*1985, vive a Zurigo), Wilde Manöver, München, Luchterhand.
«Con il romanzo Wilde Manöver Judith Keller sviluppa una propria poetica dell’effetto farfalla. Nel verbale di un interrogatorio di polizia leggiamo gli assurdi vaneggiamenti di una giovane donna. Nell’impeto dell’emancipazione femminile, nel folle vortice di casualità e causalità, minuscoli battiti d’ali (come la fuga da un’uscita di emergenza) sono in grado di provocare dei veri e propri tornado (la stazione centrale di Zurigo, per esempio, finisce nell’Oceano Indiano). Mentre il tempo e lo spazio implodono, l’unica certezza è l’ebbrezza sfrenata del racconto».
Dominic Oppliger (*1983, vive a Zurigo), Giftland, Luzern, Der gesunde Menschenversand.
«Nel suo romanzo Giftland, tanto grintoso quanto poetico, Dominic Oppliger manda una band svizzera in tournée in America tra strade infinite, paesaggi sconfinati, diners, club e motel fatiscenti. In tutto questo il batterista Sämi, perso nel groviglio del suo passato vicino e lontano, perfeziona l’arte di fumare la sigaretta al contrario. Appassionante ricerca di un senso nella vita, piena di nostalgia, umorismo e speranza, il libro è un road movie letterario in svizzero-tedesco, con un sound che continua a risuonare nella testa».
Claudia Quadri (*1965, vive a Lugano), Infanzia e bestiario, Bellinzona, Casagrande.
«L’ultima pubblicazione di Claudia Quadri è un breve romanzo autobiografico che offre una serie di esplorazioni nel suo quotidiano. In questi ventotto capitoli sono contenuti aneddoti, piccole storie, riflessioni e ricordi. L’autrice ci racconta dell’albergo di famiglia a Paradiso che verrà successivamente demolito e dei tanti animali grandi e piccoli che l’hanno accompagnata nel suo percorso. Con una lingua raffinata, che non cade mai nel sentimentalismo e che riflette con efficacia e sensibilità il flusso di pensieri della voce narrante, grazie a espressioni del parlato, termini dialettali o parole in francese e tedesco (lingue parlate dai turisti dell’albergo), l’autrice ci descrive, parlando di cose comuni, le profonde trasformazioni del territorio nel corso del tempo».
Ed Wige (*1984, vive a Losanna), Milch Lait Latte Mleko, Lausanne, Paulette éditrice.
«Inventando il preludio di una fuga, Ed Wige racconta la quotidianità di una bambina arrivata in Svizzera dall’ex Jugoslavia con la sua mama, costretta a crescere tra i grüezi e i bitte schön e a vivere nell’ombra fantomatica di un padre rimasto in patria a combattere e di cui apprende le sorti tramite il Tagesschau. Dare una voce letteraria all’infanzia è sempre una sfida, eppure la scrittrice è riuscita a vincerla, in un misto di candore e violenza, e con un’eloquenza ancorapiù notevole per la sua straordinaria concisione. Ecco come un piccolo romanzo può a volte rivelarsi un grande romanzo».
Ivna Žic (* 1986, vive a Zurigo), Wahrscheinliche Herkünfte, Berlin, Matthes & Seitz.
«In questo saggio di poetologia Ivna Žic apre uno spazio multidirezionale della memoria. Realizza così l’aspirazione della letteratura della post-migrazione, che è quella di superare i confini e pensare alle alleanze: tra le generazioni e le lingue che si compenetrano, ma anche tra il sé e l’altro. Wahrscheinliche Herkünfte adotta quindi una prospettiva al di là degli sterili dualismi che possono essere superati nella realtà di una società pluralista».