Gianni Realini fra arte e grafica a Chiasso
L’esposizione “Gianni Realini fra arte e grafica” accolta allo Spazio Officina di Chiasso, a cura di Dalmazio Ambrosioni e Nicoletta Ossanna Cavadini, si inserisce nel filone degli approfondimenti tematici di artisti contemporanei legati per nascita o per operatività al Canton Ticino, e propone la prima esposizione antologica su Gianni Realini (Sorengo, 1943).
Gianni Realini può vantare un percorso artistico molto articolato. Il suo cammino inizia, dopo la formazione in Ticino, con la forte fascinazione parigina e l’incontro con i grandi maestri; prosegue durante il boom economico degli anni Sessanta e dei moti del Sessantotto, che lo segnano profondamente e lo portano a registrare anche sulla tela la crisi intellettuale di quegli anni. Egli avvicina poi brevemente le modalità espressive della Pop Art e quindi dell’Informale, che declina in maniera molto personale, con un’adesione che raggiunge poi l’Espressionismo astratto in cui rimangono però desumibili la figura umana e il paesaggio.
La pittura di Gianni Realini si apre così ad una gestualità più marcata, le sue opere diventano sempre più imponenti; dai colori chiari creati dalle nuances fra il bianco e il grigio, si passa ad un cromatismo più pronunciato, senza per questo trascurare i contenuti legati a una nuova figurazione. La sua ricerca continua anche nell’accentuare l’attenzione verso la ricerca coloristica, i pigmenti marcati nei contrasti, i segni forti e decisi. Dopo un primo soggiorno a Parigi, dove ha frequentato l’Accademia Grande Chaumière e rende visita ad Alberto Giacometti, sul finire degli anni Ottanta si registra nell’opera di Realini il passaggio da un Espressionismo astratto sempre più indagato verso l’Action painting di Jackson Pollock e l’artista si apre alle riflessioni estetiche di un’arte ambientale. Dopo il viaggio americano sul finire degli anni Novanta, il gesto artistico di Gianni Realini diventa più dichiarato e coinvolgente, grazie a uno stile espressivo molto personale. Nel contempo le sue tele o grandi tavole costituiscono momenti di attese e di compimento, di azione e di sospensione. Nel colore, applicato con forza e abbondanza, lascia sovente colature che attribuiscono anche un valore temporale all’opera stessa.
Allo Spazio Officina sono esposte – sull’arco cronologico di cinque decenni di attività creativa e di ricerca concettuale – oltre un centinaio di opere, fra grafiche, tele materiche di piccolo e grande formato, realizzazioni plastiche, gouache. La mostra si apre con la produzione grafica più saliente, espressa in diverse tecniche, dalla xilografia all’acquaforte, dall’acquatinta alla puntasecca, dal monotipo alla litografia (anche con acquarellature estemporanee). Per l’occasione è stato realizzato un catalogo di tutte le opere esposte, con un testo critico di Dalmazio Ambrosioni, un’intervista all’artista da parte di Luigi Di Corato, e un intervento di Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo di Chiasso.
Periodo espositivo: 3 marzo-28 aprile 2024, martedì – domenica 10.00–12.00 e 14.00–18.00. lunedì chiuso.