Marco Fagioli racconta l’artista Giuliano Vangi a Chiasso
Martedì 4 giugno alle ore 20.30, nel foyer del Cinema Teatro di Chiasso, si terrà una conferenza di Marco Fagioli, co-curatore della mostra Giuliano Vangi: il disegno, in corso al m.a.x. museo di Chiasso. L’incontro, promosso in collaborazione con il Circolo “Cultura, insieme” si intitola Modernità e classicità nei disegni di Giuliano Vangi.
La conferenza svilupperà un’attenta analisi della scultura e della ricerca artistica di Giuliano Vangi in relazione al contesto culturale e di connessioni artistiche in cui egli si è trovato ad operare. Muovendo dalla formazione a Firenze (1944-1950) con il suo insegnante scultore Bruno Innocenti, allievo prediletto di Libero Andreotti, passando attraverso le vicende biografiche – il soggiorno a San Paolo del Brasile, fra il 1959 e il 1962, l’insegnamento a Pesaro, l’intensa attività espositiva in Europa e nel mondo – e analizzando la storia della sua fortuna critica, Marco Fagioli indicherà i momenti decisivi del processo creativo dello scultore e ne sottolineerà la profonda originalità rispetto alla cultura artistica sua contemporanea.
Si ripercorrerà così: l’impegno di Vangi per un linguaggio figurativo che superi l’anacronistica separazione concettuale tra figurazione e astrazione; il dialogo serrato con la grande tradizione della scultura dal periodo greco al Gotico, da Giotto a Giovanni Pisano, da Donatello a Michelangelo, e con la modernità, da Rodin a Bourdelle a Giacometti fino ad Arturo Martini; il confronto con gli scultori della generazione precedente e i suoi contemporanei (Marino Marini, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Arnaldo Pomodoro); il legame consustanziale tra il disegno e scultura nella sua opera, in cui i due linguaggi si uniscono in sintesi totale; la costante affermazione del carattere operativo e manuale del lavoro dello scultore, oppositivo alla riduzione del fatto artistico al solo concettuale lontano dalla pratica quotidiana e la delega della realizzazione dell’opera ai procedimenti di scannerizzazione informatica e robotica; l’affermazione e il recupero del carattere umanistico dell’arte, per l’estromissione causata dallo sviluppo del dominio economico e tecnologico della società industriale; il soggetto utopico, ma fondamentale per il destino dell’arte, di una scultura che insieme rappresenta la condivisione dell’uomo moderno e la speranza di un suo rispetto nel futuro; il recupero della funzione civile che la scultura ha avuto nella storia dell’arte rispetto alla perdita che ha avuto nel mondo e nella società contemporanea.