Commento

Aumento dei costi della salute: servono soluzioni credibili

Mappa svizzera con termometro infilzato nel centro

Immagine generata tramite DALL-E.

L’esito delle votazioni di domenica 9 giugno sul tema delle assicurazioni malattie non lascia grandi dubbi. Entrambe le iniziative – quella che prevedeva un tetto massimo ai premi fissato al 10% del reddito e quella che fissava un limite ai costi – sono state bocciate dal popolo.

Come spesso capita in questo tipo di votazioni assistiamo all’apparire di una Svizzera divisa in due. La separazione sembra dipendere principalmente dal benessere socioeconomico: le regioni meno benestanti hanno approvato le misure, quelle più ricche le hanno sconfessate. Una lettura così semplice nasconde in realtà importanti riflessioni.

La più importante probabilmente è la necessità di trovare una soluzione seria e condivisa ai continui e forti aumenti dei costi che si trasformano in continui e forti aumenti dei premi cassa malati.

Una seconda considerazione è che se, da una parte, la tematica tocca tutta la Svizzera, dall’altra la maggioranza dei cittadini non crede che un tema così complicato possa essere risolto con soluzioni semplici. Le due proposte in votazione, in effetti, erano facilmente comprensibili: non gravare troppo sui singoli individui con premi onerosi e impedire l’aumento dei costi. Soluzioni per niente complicate dal punto di vista tecnico e anche molto ammiccanti dal punto di vista comunicativo. Eppure, ancora una volta, la saggezza del popolo indica un’altra via da percorrere.

Il risultato obbliga, o meglio dovrebbe obbligare, la classe politica a lavorare in maniera seria e rigorosa proponendo soluzioni tecniche credibili. Un messaggio che sembra chiaro, o almeno lo è per la parte maggioritaria del paese, è che il finanziamento di questa assicurazione dovrà rimanere indipendente dal reddito. Se si volesse fare altrimenti basterebbe che la Confederazione aumentasse la sua quota di contributo, visto che la principale fonte di gettito sono proprio le imposte progressive.

Purtroppo non tutti sembrano aver capito questo messaggio, come non tutti sembrano aver compreso che i cittadini per approvare dei cambiamenti epocali vogliono soluzioni analizzate e ben studiate e non soluzioni ideologiche e dogmatiche.

Anziché riproporre il solito vecchio e superato conflitto tra gestione dello Stato e gestione dei privati, perché non sedersi a un tavolo e valutare la problematica nella sua interezza? Si potrebbe partire dall’evoluzione demografica per superare gli steccati tra assicurazioni sociali e pensare a un vero nuovo modello. D’altra parte anche l’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti (AVS) necessita di essere ripensata: perché non metterla in relazione con i costi sanitari legati al trascorrere della vita? In questo senso avremmo una nuova assicurazione sociale che sarebbe legata alle esigenze collegate con l’avanzare dell’età. Invecchiare non è una malattia, invecchiare è il percorso naturale…

Amalia Mirante

In cima