Commento

George H. W. Bush, il presidente più qualificato

Quarantunesimo presidente degli Stati Uniti d’America, George H. W. Bush è stato forse uno dei più competenti e qualificati inquilini della Casa Bianca di tutti i tempi. Non tanto per l’orientamento delle sue idee politiche, ma proprio a livello di curriculum, costellato di esperienze di peso e di prestigio nei lunghi anni di servizio pubblico. Era nato il 12 giugno di un secolo fa a Milton, nel Massachusetts, da una famiglia benestante. In marina durante la Seconda Guerra Mondiale, fece in seguito fortuna con il petrolio in Texas. La sua avventura politica iniziò negli anni Sessanta, quando fu eletto alla Camera, seguito da un incarico come ambasciatore presso le Nazioni Unite e ambasciatore a Pechino. Direttore della CIA, vicepresidente di Ronald Reagan negli anni Ottanta, nel 1989 divenne a sua volta presidente. Reagan lo mise saggiamente nel ticket presidenziale nonostante Bush avesse definito le sue ricette economiche come “voodoo”.

All’inizio, Reagan sottostimò Bush. Non gli piaceva, anche perché i due avevano caratteri completamente diversi. Ma George H. W. Bush conosceva perfettamente la macchina dello Stato e il Grande Comunicatore doveva rassicurare il popolo americano che da una parte si combatteva il Comunismo sovietico a livello internazionale, ma dall’altra non voleva apparire così radicale come si credeva. Bush e Reagan si rivelarono, in un certo senso, complementari. Presto Reagan si rese conto della saggezza e delle capacità di Bush. Esperienza e competenza: qualità essenziali per dare l’ultimo colpo all’Unione Sovietica, senza scatenare un conflitto mondiale. La sua abile gestione delle relazioni internazionali e il suo pragmatismo hanno contribuito a garantire una transizione pacifica nella geopolitica dopo il crollo del Muro di Berlino. A livello interno, dovette gestire la recessione economica degli anni Novanta. Oggi Bush Senior è ricordato principalmente per la sua politica estera.

La firma del Trattato START ridusse gli arsenali nucleari sia degli Stati Uniti che dell’URSS. Bush guidò la coalizione internazionale nella Guerra del Golfo del 1991, dopo l’invasione irachena del Kuwait. E quando gli americani arrivarono a Bagdad non detronizzarono Saddam Hussein. George H. W. Bush ebbe la lungimiranza di capire che la sua caduta avrebbe fatto scoppiare disordini in Medio Oriente. La sua capacità di costruire alleanze e ottenere il sostegno di altre nazioni ha dimostrato la sua abilità come leader diplomatico e strategico – tutto il contrario del figlio, George W. Bush. Durante la sua presidenza, il repubblicano lavorò per affrontare la recessione economica degli anni Novanta e promosse politiche volte a stimolare la crescita economica e a creare posti di lavoro. La sua amministrazione pose le basi per il NAFTA, quindi la liberalizzazione del commercio tra Stati Uniti, Canada e Messico.

George H. W. Bush era apprezzato per il suo carattere umano e compassionevole. La sua empatia e la sua dedizione al servizio pubblico erano riconosciuti anche agli avversari. Lo riconobbe anche Bill Clinton, che lo sconfisse nel 1992, quando rese pubblica la lettera che il predecessore gli lasciò nello Studio Ovale nel gennaio 1993. Rispettato e stimato a livello internazionale per la sua integrità, il suo pragmatismo e la sua capacità di collaborare a livello multilaterale, il quarantunesimo presidente non era immune da critiche. Fu accusato di non essere abbastanza incisivo nelle questioni domestiche e per non essere riuscito a vincere un secondo mandato a causa della recessione economica. Anche sulle politiche ambientali ci furono importanti deficienze, così come a livello di politiche sociali – Bush era pur sempre un conservatore.

La celebre promessa non mantenuta sulle tasse («Read my lips …») contribuì alla sua non-rielezione. Così come il suo conservatorismo – che nulla aveva a che vedere con quello odierno, dal quale forse avrebbe preso le distanze (come il figlio) – risultò un po’ vecchio di fronte al “nuovismo” di un Partito Democratico che si spostava verso il centro per prendere più voti. La scelta di Ross Perot di candidarsi a livello nazionale fu poi un danno per il GOP. Con sua moglie, Barbara Bush rafforzò la sua immagine di figura rispettata e ammirata per il suo impegno nelle opere di beneficenza e nella promozione dell’alfabetizzazione. George H. W. Bush morì il 30 novembre 2018, all’età di novantaquattro anni. Leader mondiali e molti cittadini comuni, ma anche avversari, erano concordi nel riconoscere il suo lungo contributo al servizio pubblico e alla politica americana.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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