Commento

Il paradiso amaro a sfondo laziale di Masneri

Paradiso (Adelphi 2024) di Michele Masneri è un affresco agrodolce della Roma che fu, di una Città eterna al tramonto, apice dei paradossi, capitale di gloria e grottesco. L’autore altera abilmente satira, nostalgia e una buona dose di surrealismo. Il breve romanzo, generalmente ben accolto dalla critica, si rivolge a un pubblico di lettori che apprezzano una narrativa leggera. Ma con un sottofondo impegnato quanto critico, bilanciando verosimiglianza e fantasia. Masneri, giornalista de il Foglio per cui si occupa – non a caso – di cultura e design, attinge a piene mani dal repertorio della commedia italiana, creando un collage di riferimenti ideali che spaziano da Paolo Virzì a Carlo Verdone, da Vittorio Gassman a Paolo Sorrentino, con echi di Alessandro Piperno. Il risultato è un catalogo di situazioni e personaggi familiari quanto improbabili, rivisitati con freschezza e franchezza. Il protagonista, Federico Desideri, è l’incarnazione del giornalista precario contemporaneo.

Catapultato da Milano a Roma, deve intervistare il regista premio Oscar Mario Maresca, figura che si rivela ben più complessa e meno gloriosa di quanto immaginato. Il “paradiso” del titolo, una tenuta sul litorale laziale, diventa quindi il palcoscenico per una galleria di personaggi che sembrano usciti da un incrocio tra “Il sorpasso” e “La grande bellezza”. Qui, Masneri dà sfoggio della sua conoscenza del mondo contemporaneo, pur immergendosi in una Roma che sembra cristallizzata nel cliché de “La dolce vita”. L’autore popola il suo microcosmo di figure archetipiche. Dai nobili decaduti, ai sottosegretari, dai personaggi Rai ai falliti e agli arricchiti. Personaggi tutti accomunati da una certa cialtroneria. Il punto forte del romanzo è il fatto che Masneri eccelle nel catturare l’atmosfera di un mondo in dissoluzione. Alcuni personaggi risultano meno sviluppati di altri e certe situazioni sfiorano l’inverosimile.

Inoltre, il rischio di cadere in stereotipi da rotocalco anni Sessanta è talvolta presente – e non solo nella letteratura sull’argomento, ma anche nell’ambito cinematografico. Tuttavia, Masneri riesce a evitare le trappole più ovvie, mantenendo un tono di ironica osservazione. La dicotomia Roma-Milano è raccontata in modo efficace – ed è verissima. La prima è descritta come «un’infinita Tuscolana tenuta bene». Masneri racconta acutamente l’aspetto ludico della capitale, vista attraverso gli occhi di un «expat della provincia» (l’autore è bresciano). Il suo Paradiso offre uno sguardo penetrante e spesso esilarante su un mondo – forse – in via di estinzione. Masneri dimostra una notevole abilità nel mescolare elementi familiari della narrativa italiana con una sensibilità contemporanea, creando un romanzo che intrattiene e fa riflettere al tempo stesso. La sua capacità di catturare l’essenza di una certa Roma al tramonto, tra satira e malinconia, rende il volume leggero e profondo.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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