Nel cuore di Kennington, un sobborgo residenziale al Sud di Londra, si trova il Cinema Museum, che custodisce la ricca storia del cinema dagli albori fino ai giorni nostri. Fondato nel 1984 da Ronald Grant e Martin Humphries, il museo ha trovato la sua dimora definitiva nel 1998 alla Lambeth Workhouse. È qui dove il giovane Charlie Chaplin visse da bambino. Il museo ospita una collezione molto ampia che spazia dai primi proiettori cinematografici a una vasta gamma di oggetti che testimoniano l’evoluzione dell’esperienza cinematografica, compresi manifesti, libri, riviste e action figures. Tra i pezzi più interessanti si trovano sedie art déco, uniformi, prezzari, biglietti e persino cartoni del popcorn d’epoca. L’archivio del museo vanta centinaia di libri, oltre migliaia di fotografie. Ma anche miglia di metri di pellicola. Insomma: un’immersione completa nell’atmosfera delle epoche passate del cinema.
Il Cinema Museum non è aperto tutti i giorni, ma solo occasionalmente ed è gestito interamente da volontari appassionati, inclusi di fondatori. I visitatori vengono accolti in una grande sala con ampie volte, dominata da un enorme profilo di re Chaplin, star indiscussa non solo del cinema, ma anche del museo. Humphries, cofondatore e direttore, accoglie i visitatori con l’entusiasmo di quarant’anni fa, quando il museo nacque. La presentazione, tenuta nella spaziosa e calorosa sala cinema, riesce a strappare sorrisi e stupore ai presenti, mentre il direttore del museo condivide aneddoti e curiosità sulla storia del cinema e dell’edificio. Prima del tour, però, come da tradizione inglese, vengono offerti tè e biscotti. Sono le 14, ma questa ospitalità crea un’atmosfera accogliente e familiare. La storia del cinema in Gran Bretagna, come racconta Humphries, è affascinante e ricca di dettagli. Il cinema sbarcò nel paese nel 1895 e divenne rapidamente popolare.
Nei primi tempi, il meccanismo di proiezione comportava un costante rischio di incendio della pellicola, tanto che una legge del 1909 limitò i luoghi di proiezione ad alcuni spazi pubblici specifici. Negli anni Trenta, nacquero i grandi cinema a Londra. Le sale potevano ospitare dalle duecento alle duemila persone. Immaginiamo oggi vedere un film al cinema come se si andasse allo stadio! Era un’epoca in cui si poteva fumare nelle sale e l’ingresso era libero, ma non per i cani. Nonostante l’evoluzione continua della tecnologia e dell’esperienza cinematografica, Humphries sottolinea come il cinema rimanga ancora oggi la forma di intrattenimento meno costosa. E che mantiene intatto il suo fascino e la sua capacità di coinvolgere il pubblico di oggi. Il Cinema Museum, tuttavia, non è stato esente da sfide finanziarie. Nel 2011 e nel 2017, si è trovato sull’orlo della chiusura a causa di proposte di vendita dell’edificio.
Queste minacce hanno scatenato campagne di sostegno che hanno visto la partecipazione di attori e registi di fama internazionale, come Ken Loach. Una petizione per mantenere il museo nella sua sede attuale ha raccolto oltre 52mila firme, dimostrando il forte legame emotivo che il pubblico ha sviluppato con questa istituzione. Oggi, il Cinema Museum è più di un semplice archivio statico di memorabilia. Si tratta di un luogo in cui la “memoria su pellicola” e tutto il mondo che le gira attorno viene conservata. Il museo organizza regolarmente eventi e proiezioni, cercando di mantenere vivo lo spirito del cinema d’altri tempi. L’atmosfera vintage e un po’ nostalgica del museo non è fine a se stessa. Si trasforma in un prezioso strumento per trasmettere “quello che fu” ai contemporanei. Un faro per chi crede nel potere del cinema di ispirare, educare e unire attraverso la magia delle immagini in movimento.
Amedeo Gasparini
www.amedeogasparini.com