Il Postal Museum di Londra è un monumento alla storia delle comunicazioni britanniche e permette ai visitatori di sperimentare in prima persona le meraviglie “comunicative” del passato. Il piatto forte del museo è senza dubbio il viaggio nei vagoni sotterranei della Mail-Rail, un intricato sistema di comunicazione stile metropolitana che consentiva lo smistamento di lettere in tutta la città con maggiore velocità. Non adatto per chi soffre di claustrofobia, il percorso offerto dal museo ricorda un po’ quelli dei parchi a tema, dove si sale a bordo del carrellino e si lascia spazio all’adrenalina. La seconda parte del Postal Museum, invece, esplora la storia della posta nel Regno Unito, intrinsecamente legata alla storia della nazione stessa. A partire da Carlo I Stuart – nel XVII secolo, quando era ad appannaggio solo dei signori per via del prezzo – la posta era usata dai sovrani per controllare territori e popolazione.
Il museo racconta la storia del paese attraverso i suoi servizi postali, tra era coloniale e due guerre mondiali, con una serie di spazi dedicati alle prime cartoline, ai moderni francobolli e al Covid-19. Le storie, come si capisce, abbondano. Dalla cassetta delle lettere alla posta pneumatica, di cui è utilizzabile il circuito nella parte interattiva del museo, fino all’adozione del codice postale moderno. Il sistema, inizialmente chiamato ELSIE (Electronic Letter Sorting Indicating Equipment), ha posto le basi per l’efficiente sistema postale che conosciamo oggi. Un altro spazio illustra l’evoluzione delle uniformi dei postini. Dal 1784, quando fu introdotta la prima uniforme per le guardie delle diligenze postali, fino ai giorni nostri, l’abbigliamento dei lavoratori postali ha subito numerose trasformazioni. Queste uniformi raccontano anche l’evoluzione della società – ad esempio l’introduzione dei pantaloni per le postine.
Un’altra attrattiva unica del Postal Museum è la sua collezione filatelica, che va dall’artwork dei francobolli moderni ai disegni dei francobolli reali. Questa collezione offre uno sguardo approfondito sull’arte e la tecnica della produzione dei francobolli. Si noti l’evoluzione del design, che ha raffigurato tutti i sovrani sin dai tempi vittoriani. Oggi, con il recente accesso al trono di Carlo III, si rimane quasi stupiti nel vedere sulle lettere la sua effige, dopo oltre settant’anni di regno con l’immagine di Elisabetta II. Il museo offre anche uno sguardo sul mondo del collezionismo di francobolli, raccontando la passione giovanile di Freddie Mercury per questa attività. Un altro aspetto affascinante è l’evoluzione della cassetta postale a forma di cilindro. Oggetto apparentemente banale, anch’esso ha la sua storia. Icona nazionale, riconoscibile in tutto il mondo, un tempo era verde e non rosso!
La storia della cassetta postale iniziò nel 1840. Fu introdotta per facilitare la raccolta delle lettere, sostituendo i precedenti sistemi come le “Receiving Houses” o i “Bellmen”. Ogni cassetta postale porta ancora oggi il “cipher” (il monogramma reale) del monarca regnante. Rarissime sono quelle di Edoardo VIII, che regnò meno di un anno. Insomma, il Postal Museum offre molto più di una semplice esposizione di oggetti storici. È un viaggio tra storia delle comunicazioni, innovazione tecnologica e cambiamento sociale. Riesce a bilanciare nostalgia e rilevanza contemporanea. Offre ai visitatori non solo uno sguardo sul passato. Ma anche spunti di riflessione sul presente e sul futuro delle comunicazioni in un’era in cui anche i nostri smartphone non sono più solo strumenti di comunicazione. Infine, nell’epoca della comunicazione istantanea, il Postal Museum ci ricorda l’importanza e il fascino duraturo della comunicazione scritta e del servizio postale.
Amedeo Gasparini