Teatro

Weekend al LAC con il 33° FIT Festival

La 33a edizione del FIT – Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea entra nel vivo al LAC con tre spettacoli, con inizio alle ore 20.30.

Venerdì 4 ottobre (replica sabato 5 alle 18) andrà in scena la prima assoluta di Partiturazero, coproduzione LAC di cui è protagonista Elena Boillat, artista indipendente, performer e creatrice poliedrica. Un lavoro in cui l’artista esplora il suo stesso apparato fonatorio e avvia una ricerca sul rapporto tra corpo e voce. Progetto finalista di PREMIO 2024 – Premio di incoraggiamento per le arti sceniche – Partiturazero è una performance che mette in scena una pre-lingua e una fisicità in cui la protagonista, sola in scena, è immersa in uno spazio spoglio e pieno di silenzio. «La voce può colpire, sfiorare, allontanare, chiamare o avvicinare – scrive Boillat – Il corpo è la grotta buia che ne custodisce l’origine e il segreto. Aggrappandomi al loro potere manifestativo, ho sentito possibile una comunicazione inventata, indipendente dal senso, dalla cultura e dalla norma, libera dalla frenesia informativa. Come un grido nel vuoto e un sussurro nel caos, il messaggio che questo tipo di comunicazione porta non si trova più nell’informazione ma nella risonanza stessa, riconsegnandomi ad un terreno primario dove le difese vengono meno».

Sabato 5 ottobre il LAC ospita in Sala Teatro la prima nazionale di La vie secrète des vieux – spettacolo in francese, sovratitolato in italiano – di Mohamed El Khatib, maestro del teatro-documentario, regista e artista visivo francese noto per i suoi progetti all’incrocio tra performance, letteratura e cinema. Già ospite del FIT Festival nel 2018, con C’est la vie, lavoro che affrontava il dolore e il trauma della perdita di un figlio, El Khatib torna a Lugano con uno spettacolo che affronta il delicato tema dell’amore e del desiderio degli anziani, interpretato da un gruppo di non professionisti di età compresa tra i 76 e 102 anni. In uno scenario che ricorda una pista da ballo, le persone fanno il punto sulla loro vita amorosa e ci portano nel presente dei loro desideri. I corpi vulnerabili e stanchi raccontano la loro parte di desiderio in uno spettacolo morbido e divertente, sensibile e fragile, che è sia una performance sia un rituale. Al termine dello spettacolo la compagnia incontra il pubblico.

Domenica 6 ottobre sul palco della Sala Teatro andrà in scena Seer di cui è protagonista l’artista svizzera di origini serbe Tamara Gvozdenovic, che ne firma l’ideazione insieme a Kangding Ray. Un lavoro tra danza e performance che trae ispirazione dalla passione per i videogiochi e la fantascienza, elementi elettronici che insieme a ritmi pulsanti e melodie eteree avvolgono il pubblico nel paesaggio sonoro dell’assolo dell’artista, che naviga nello spazio attraverso il movimento evocando una sorta di viaggio tra due mondi. In Seer Tamara Gvozdenovic solleva domande sulla tecnologia e sulle macchine, interrogandosi in particolare sul posto che avranno gli esseri umani in questo costante inesorabile progresso.

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