Il Premio Nobel per l’Economia 2024 va a tre studiosi dell’inuguaglianza
Il Premio Nobel per l’Economia 2024 è stato assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson, entrambi dell’MIT di Boston, e a James A. Robinson, dell’Università di Chicago, per i loro studi su «come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità». «Ridurre le enormi differenze di reddito tra i Paesi», ha dichiarato Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio di Scienze Economiche, «è una delle maggiori sfide del nostro tempo. I vincitori hanno dimostrato l’importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo»
I tre economisti hanno dimostrato che una buona parte della differenza nella ricchezza e nello sviluppo degli stati dipende da come funzionano le istituzioni. Società con uno scarso stato di diritto e istituzioni fragili non riescono a generare crescita e cambiamento, e i loro studi – sia empirici che teorici – sono in gran parte volti a capire perché questo avvenga. Acemoglu è uno degli economisti più citati nella ricerca scientifica degli ultimi anni su questi temi, e il suo lavoro è un punto di riferimento per tutta l’economia dello sviluppo. Ha condotto studi con entrambi gli altri due economisti premiati e i libri che ha scritto, Perché le nazioni falliscono nel 2012 con Robinson e Potere e progresso nel 2023 con Johnson, sono stati oggetto di grande attenzione anche fuori dagli ambienti accademici. I tre studiosi hanno dimostrato il grande ruolo che le istituzioni hanno nel formare i presupposti per la prosperità degli stati, che spiega evidentemente gran parte della differenza tra il blocco dei paesi avanzati e quello dei paesi in via di sviluppo. Hanno cioè dimostrato la causalità del fenomeno: non solo sono le istituzioni sono più carenti nei paesi più poveri, ma i paesi sono più poveri proprio perché le istituzioni sono più carenti.