Conferenza

La filosofia del “tuca tuca”, dalla Carrà a Jean-Luc Nancy

Raffaella Carrà nel 1970. Fonte: Wikimedia Commons

Mercoledì 23 ottobre alle ore 18.30, l’Aula Magna del DFA di Locarno, ospita la conferenza La filosofia del Tuca Tuca di Francesca R. Recchia Luciani, professoressa ordinaria di Filosofie contemporanee e saperi di genere e Storia della filosofia dei diritti umani all’Università degli Studi di Bari. La docente è anche coordinatrice del Dottorato nazionale in Gender Studies nella stessa università.

Cosa possono avere in comune un’icona pop come Raffaella Carrà e un filosofo come Jean-Luc Nancy, definito da Jacques Derrida «il più grande filosofo del tatto dopo Aristotele»? E che legame esiste tra la celebre canzone Tuca Tuca e la complessa ontologia aptica elaborata da Nancy? Durante l’incontro, la professoressa Recchia Luciani esplorerà l’affascinante connessione tra l’espressione francese touche-touche e il ritmo contagioso del Tuca Tuca, un ballo che, attraverso la ripetizione del contatto, esprime una moltiplicazione intensa e irrefrenabile del tocco.

Con una prospettiva che abbraccia filosofia, musica e rivoluzione dei costumi, si discuterà di come Nancy, il filosofo del “tocco del toccare”, e Carrà, la soubrette della “rivoluzione ombelicale”, abbiano espresso, ciascuno con linguaggi diversi ma complementari, la liberazione del corpo e del desiderio. Sarà un viaggio attraverso i sentieri della filosofia contemporanea e la cultura degli anni ’70, mettendo in dialogo l’elaborazione concettuale di Nancy con la performatività del ballo di Raffaella Carrà, in aperta ribellione contro la millenaria tradizione di controllo e repressione del corpo e della sua espressività.

Ad affiancare la professoressa Recchia Luciani nel dialogo ci saranno: Angela Calia, performer indipendente, ricercatrice, docente e referente del servizio Gender & Diversity presso l’Accademia Dimitri SUPSI; Demis Quadri, professore di Ricerca e Didattica in Physical Theatre e Responsabile Ricerca e prestazioni di servizio dell’Accademia Dimitri.

L’evento fa parte di un percorso promosso dal settore Ricerca dell’Accademia, dedicato a pratiche e saperi sui temi della discriminazione e della violenza di genere, con l’obiettivo di sensibilizzare e prevenire le molestie. Il progetto pone particolare attenzione al corpo e alla dimensione partecipativa, utilizzando le tecniche del teatro e del movimento come strumenti di consapevolezza attiva.

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