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«La bellezza salverà il mondo»: l’arte di Pinelli come forma di libera espressione

Pino Pinelli. Si può essere poeti con una sola parola: la pittura dagli anni Settanta a oggi. È questo il titolo della mostra che la Dep Art Gallery di Milano (via Comelico 40), in collaborazione con l’Archivio Pinelli, usa per dare spazio e voce all’arte dell’uomo scomparso il 30 aprile del 2024. L’evento, curato da Federico Sardella, propone gratuitamente, fino al 25 gennaio 2025, la sensibilità artistica dell’autore che, grazie all’uso dei colori e alla sintesi delle figure, è stato in grado di trasmettere il gusto dell’interpretazione. Proprio come un poeta ermetico o frammentista capace di generare arte in versi condensati, così ha fatto anche Pinelli attraverso l’essenzialità delle sue immagini. Per omaggiarlo si è pensato di restituire agli amanti dell’arte il suo processo sperimentale dalle prime rappresentazioni monocromatiche appartenenti agli anni Settanta fino alla sua produzione più contemporanea.

L’artista tende a fondere rinnovamento e tradizione, pittura e senso di grande spazialità. Tra le altre peculiarità vi è sicuramente il forte rilievo delle raffigurazioni, quasi a voler rendere tangibile e vivibile l’opera. L’arte prende vita e, insieme alla scelta cromatica e al materiale, sembra trasformarsi nel corso delle rappresentazioni e cedere generosamente una leggibilità sempre innovativa all’osservatore. In previsione dell’evento è stato pubblicato anche un libro che comprende un saggio del curatore della mostra riguardante l’arte di Pinelli nella contemporaneità, un contributo di Sara Uboldi sulla neuroestetica e un excursus di Lorenzo Madaro relativo alla produzione in ceramica. Inoltre, sarà possibile “confrontarsi direttamente” con la volontà dell’autore in quanto all’interno del volume si trova una conversazione avvenuta tempo prima tra l’artista, Federico Sardella e Antonio Addamiano.

Angelica Gallo

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