Commento

Fabrizio Sciacca sostiene che Kafka era immune al potere

In Franz Kafka e la sfinge del potere (Mimesis 2024), Fabrizio Sciacca presenta una tesi intrigante sull’autore praghese. Pur riconoscendo l’immensa quantità di studi dedicati a Franz Kafka, Sciacca afferma che, come per ogni essere umano, la vera essenza dello scrittore rimane contemporaneamente nota e inconoscibile. L’opera offre una breve analisi filosofica dell’universo kafkiano, esplorando come la personalità del boemo si manifesti nei suoi lavori. I temi della legge, del diritto, della politica, della religione, dell’autorità e della giustizia vengono interpretati attraverso la tesi centrale di Sciacca, secondo cui Kafka sarebbe immune dal potere. Questo è supportato anche dalle osservazioni di Elias Canetti – che afferma: «Tutto ciò che a Kafka manca, costituisce la sua vera, unica essenza» – e Georges Bataille – che parla della «perfetta puerilità di Kafka». L’analisi di Sciacca approfondisce poi il mondo letterario kafkiano, esaminando come la sua visione personale abbia modellato i suoi scritti.

L’autore esplora i temi della sfera politica, la fede, il controllo e l’amministrazione della giustizia, rivelando come questi aspetti del potere vengano filtrati attraverso la sensibilità unica di uno scrittore rimasto impermeabile alle dinamiche del potere stesso. Secondo Sciacca, Kafka si distingue per l’assenza di presunzione e cattiveria, per la mancanza di toni predicatori. La sua essenza si manifesta come una rete fitta e indistruttibile di dubbi. Il libro affronta le tematiche classiche kafkiane. Il padre, la legge e la giustizia creano un senso di prigionia, dove «come uomo, Kafka è egli stesso colpevole». «Nel senso di colpa kafkiano, c’è il tormento del conflitto di ambivalenza tra timore e amore». L’analisi include l’impossibilità di trovare una vita, la solitudine e l’onnipresenza del tribunale. Sciacca si sofferma sulla concezione del diritto in Kafka, collegandola alle sue radici ebraiche. Non vi legge pessimismo, ma piuttosto pietà.

Il volume mantiene sempre presente la dimensione filosofica ed esistenziale. Sciacca riflette sul viaggio attraverso il tempo come metafora della vita, citando Karl Kraus: «Ursprung ist das Ziel» (l’origine è la meta). Come scrive Kafka negli Aforismi di Zürau: «Da un certo punto in poi non vi è più ritorno. Questo è il punto da raggiungere». Sciacca osserva che «se si parte da Kafka si può arrivare solo a Kafka». E sottolinea come i temi della colpa, solitudine, autorità, forza, legge, giustizia, Dio e il suo silenzio, la lotta dell’uomo contro il destino, siano parte di una scrittura che «valica se stessa, va oltre perché da se stessa nasce, perché origina da un luogo certo i cui confini sono segnati non solo da mura cittadine, ma anche da muraglie perennemente in costruzione». La conclusione è che è impossibile uscire dallo stato di natura, perché è impossibile uscire dalla propria natura.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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