“Il Lago dei Cigni” del Balletto di Roma arriva al LAC
Martedì 3 e mercoledì 4 dicembre alle ore 20.30 il LAC ospita il Balletto di Roma, una delle compagnie più attive sulla scena contemporanea della danza in Italia, con Il Lago dei Cigni, ovvero il Canto, liberamente ispirato a Il lago dei cigni e all’atto unico di Anton Cechov Il canto del cigno.
Frutto del pensiero coreografico e registico di Fabrizio Monteverde, lo spettacolo che vedremo a Lugano reinventa il più celebre dei balletti del repertorio classico su musica di Čajkovskij. Sintesi perfetta di chiarezza formale e simbologie psicanalitiche, Il lago dei cigni è una favola senza lieto fine in cui i due protagonisti, gli amanti Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Cechov, scrivendo Il canto del cigno (1887) di cui è protagonista un attore ormai anziano e malato che ripercorre con grande struggimento i mille ruoli di una lunga carriera.
Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore russo, Fabrizio Monteverde porta in scena un gruppo di “anziani” danzatori che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di un finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore Lago. Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il ricordo sofferto di un’arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Individualità imprigionate in una coazione a ripetere, gli interpreti ripercorreranno la trama di un Lago senza fine, reiterandovi gesti e legami nella speranza di sopravvivere al finale straziante di una replica interminabile. Condannata a una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile, sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda. Metafora di un’arte che non conosce traguardo, cercherà se stessa in un viaggio tormentato d’amore, tradimento, prigionia e liberazione; in un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d’artista con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane.
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