Come può il dipinto di Aurelio Luini, di così immensa bellezza e maestria, salire in alto, diventando fisicamente prossimo alle montagne della Leventina, avvicinandosi così tanto al cielo? Come può un’opera di così imponente prestigio e valore pittorico del Rinascimento lombardo, il cui livello eccelso ha portato Luini ad essere ambasciatore di cultura, diventare attrazione espositiva per essere ammirata dal pubblico? L’opera è esposta nella sala della struttura ricettiva, chiamata “Tecc di Scamoi”, situata a Osco, un paese di poche anime della frazione di Faido, ad oltre mille metri d’altitudine.
Ci sono voluti lo sguardo aperto e l’impegno propositivo della “Fondazione Scamoi”, che si prodiga per rianimare il territorio della Leventina e i suoi abitanti, ma soprattutto è stato fondamentale il prezioso sostegno della famiglia Moser Bernasconi, proprietaria del dipinto, senza i quali non sarebbe possibile ammirare l’opera d’arte. Il dipinto, che parla al visitatore per comprenderne l’anima e la storia terrena e spirituale, ha percorso innumerevoli viaggi. Il quadro rimane in mostra in una sala del “Tecc di Scamoi” ad Osco, che un tempo era una stalla, oggi trasformata dall’architetto Michele Moser, in un’area d’accoglienza con sei camere da letto, accessibile agli amanti della natura, ai viandanti, a tutti gli avventori e camminatori che percorrono la strada alta e perlustrano le montagne. Sia la nuova struttura d’accoglienza che offre possibilità di pernottamento, sia l’esposizione dell’opera di Aurelio Luini sono state inaugurate sabato sera, e presentate al pubblico. La Madonna delle Rose in trono, con bambino sulle ginocchia, avente ai lati San Bruno e San Michele Arcangelo che pesa le anime rientra nella tradizione di Leonardo Da Vinci, del quale Aurelio Luini ha respirato e acquisito lo stile perché la Madonna è dipinta senza aureola, così come i due Santi al suo cospetto. L’opera va letta con le sue innumerevoli stratificazioni, esaminata nei particolari, che sono riconoscibili soltanto se visti da vicino, come le rose che simboleggiano purezza e amore divino, che richiamano anche il giardino dell’Eden e la bellezza spirituale.
Il roseto che orna tutto l’armamentario, o la rosa rossa, in mano al bambino, che la offre alla Madonna sono raffigurazioni significative che si combinano con la tradizione religiosa e con dettagli realistici.
Luini rappresenta la Madonna attraverso la scelta stilistica leonardiana, perché attribuisce ai personaggi sacri e alle figure divine, in questo caso la Madonna senza aureola, un valore più terreno che religioso, tanto da dipingerla con lo sguardo rivolto verso il basso, enfatizzando l’umanità e la vicinanza più con il mondo terreno che con quello religioso e spirituale.
Infatti è un’opera che fonde devozione e arte, invitando l’osservatore a riflettere sulla grazia divina e sulla giustizia eterna.
L’esposizione resterà aperta fino al 6 gennaio 2025. Gli interessati potranno prenotare una visita contattando Michele al numero 079 621 03 54 o Fabrizio al numero 079 409 83 50.
Nicoletta Barazzoni