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Dietro le quinte della letteratura: il ruolo delle figure femminili nella scrittura manzoniana

Giulia Beccaria, Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel. Disegno di Ernesta Bisi. Fonte: Wikimedia Commons

Milano racconta ancora oggi anni di storia e di letteratura. In particolare, la metropoli è stata protagonista in più capitoli di uno dei romanzi storici più noti del primo Ottocento: I promessi sposi. Lo scrittore ideatore di una trama tanto coinvolgente quanto intricata è Alessandro Manzoni, figlio del suo tempo, del dibattito tra Illuminismo e Romanticismo. L’autore è noto anche per aver scritto altre importanti opere come In morte di Carlo Imbonati (1806), Osservazioni sulla morale cattolica (1819), Il conte di Carmagnola (1820), Il 5 maggio (1821), Inni Sacri (1822), Marzo 1821 (1848) e via discorrendo. Molto spesso in queste composizioni si possono osservare dei punti nevralgici, delle connessioni politico-culturali e personali che originano dall’esperienza biografica dello stesso letterato milanese.

Nello specifico, considerando alcune figure femminili che hanno fatto parte della vita privata dell’uomo, si può notare come queste abbiano in qualche modo avuto un risvolto anche nella sua vita letteraria. La prima personalità femminile è sicuramente Giulia Beccaria, madre dello scrittore e figlia del celebre Cesare Beccaria. Da quest’ultima precisazione si può già intendere quale fosse l’aria respirata dal giovane Alessandro in quel tempo tra le sue mura domestiche in quanto Beccaria – insieme a Verri – altro non era che un pilastro dell’Illuminismo milanese. Manzoni incontra poi un’altra donna altrettanto importante: Enrichetta Blondel. Quest’ultima, seppur non fosse una aristocratica, era una giovane protestante e di buone maniere. L’uomo ne rimane attratto tanto da convolare ben presto a nozze con lei (1808). Enrichetta creerà degli squilibri negli ideali dell’autore, dapprima con l’abiura del calvinismo e poi con la conversione al cattolicesimo, che inevitabilmente trovano altresì riflesso nel Manzoni-scrittore. Un’ulteriore figura femminile fondamentale sarà poi Emilia Luti, insegnante e bambinaia di sua nipote, supporto essenziale per l’autore de I promessi sposi durante la fase di revisione linguistica. L’opera omnia del letterato milanese necessitava difatti di fiorentinizzare la lingua, di trovarne una comune e comprensibile a tutti non solo all’interno dei suoi stessi capitoli ma, in generale, nell’Italia di quel tempo che ancora non era unita. Da qui nascono i numerosi carteggi che testimoniano lo scambio reciproco di suggerimenti e migliorie tra il letterato milanese e Luti e in cui emerge anche la nota espressione manzoniana «risciacquare i panni in Arno».

Se si considerano i retroscena tanto biografici quanto storici delle opere di Alessandro Manzoni, si può godere della sua letteratura ancor meglio. Questo è l’obiettivo dell’evento dal titolo Le figure femminili nella vita di Alessandro Manzoni che si terrà mercoledì 26 febbraio alle 17.30 presso la Biblioteca Sicilia (Via Luigi Sacco, 14). L’incontro si svolgerà in due momenti e a cura delle Professoresse Mariantonietta Antelli e Liliana Moro. Si approfondiranno dapprima tematiche come il contesto risorgimentale dello scrittore milanese da un punto di vista femminile e poi la funzione di alcune donne appartenenti alla vita privata e familiare di Manzoni per riflettere sull’autore-uomo e sulla crasi letteratura-biografia. L’evento, a livello bibliografico, fonderà principalmente su due libri quali La famiglia Manzoni di Natalia Ginzburg e La correttrice di Emanuela Fontana. L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti.

Angelica Gallo

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