Commento

A proposito di Papio ed Erez: la replica di Filippo Lombardi

Collegio Papio di Ascona - Chiostro con campanile

La riflessione Collegio Papio: cosa dimostra la bocciatura di Boas Erez, pubblicata sul nostro sito ha suscitato unanime adesione in chi l’ha commentata, soprattutto sui social.

L’unica critica, come è giusto che sia, è venuta da Filippo Lombardi, presidente del Consiglio di fondazione del Collegio Papio di Ascona, che ha voluto precisare alcuni aspetti, chiedendo di rendere pubblico il suo sacrosanto diritto di replica.

Personalmente ringrazio Lombardi per la lezione di deontologia professionale. Una tendenza sempre più diffusa tra i politici (soprattutto tra i consiglieri agli Stati del presente e del passato) che insegnano ai giornalisti a fare il loro mestiere. C’è sempre margine di miglioramento e la critica aiuta. In questo caso, però, Lombardi dimentica forse la differenza tra cronaca (che deve raccontare fatti sentendo le parti convolte) e commento (che è personale, pur supportato da ciò che è stato scritto in modo ufficiale e ufficioso). La riflessione proposta era un commento.
Per il resto, lasciamo ai lettori giudicare il contenuto e la coerenza di quanto è stato scritto e che volentieri pubblichiamo. (L.M.)

Grazie Luigi per la “sollecitudine” con cui ti chini sulla successione del Rettore del Papio. Se la tua deontologia giornalistica ti avesse spinto a fare un piccolo e doveroso passo in più, ovvero una normalissima telefonata di verifica al sottoscritto, avresti forse evitato di scrivere un paio di cavolate.

Primo: lo Statuto della Fondazione, scritto e firmato nel 2008 INSIEME all’allora vescovo Grampa, prevede che “il Rettore è nominato dal Vescovo su proposta del Consiglio di Fondazione, sentiti i docenti”. Che lo stesso Vescovo, emeritato, si inventi adesso il concetto di “terna” dimostra la sua versatilità, ma avrebbe dovuto essere contestualizzato come sopra.

Secondo: se il Consiglio si è espresso all’unanimità (rara avis nella Chiesa odierna) fornendo buoni motivi per questa proposta, non vedo perché non dovrebbe dirlo, senza farsi accusare di voler forzare la mano a chicchessia.

Terzo: il comunicato stampa del 18 ottobre iniziava precisamente con: “la nomina compete a mons. Vescovo, su proposta del CdF, sentiti i docenti”. E terminava: “Se Mons. Vescovo, in tutta libertà e al termine della consultazione dei docenti, trasformasse questa proposta in nomina…”. Più chiaro di così!

Quarto: il comunicato del 24 dicembre, riferendo che Mons. Vescovo non faceva propria la proposta ma chiedeva al Consiglio di proseguire la ricerca, terminava dicendo testualmente che il Consiglio “rispetta le competenze definite dallo Statuto”. Anche qui: cosa si vuole di più chiaro?
Resta un ultimo punto, per il quale ribadisco la mia sorpresa, data la tua esperienza professionale: il risalto mediatico dato al comunicato del CdF. Come dovresti sapere:

  • non si vede come un’ampia consultazione, coinvolgente almeno una settantina di persone (nei fatti molte di più) fra docenti, ausiliari, membri della Curia e “Consiglio dei Consultori”, avrebbe potuto restare confidenziale per oltre due mesi. È evidente che la cosa sarebbe trapelata, sulle reti sociali e sui media, con richieste giornalistiche a tutti gli interessati, e quindi un preciso e tempestivo comunicato stampa era più che dovuto, in omaggio alla trasparenza ma anche a tutela di una informazione corretta e non falsata dalle fughe di notizie sempre orientate dagli interessi particolari di chi le provoca.
  • il risalto dato dai media è una loro libera scelta, caratteristica della libertà di informazione. Potevano liquidarla con una “breve”, che abbiano invece fatto paginate (anche critiche, nota bene) è rallegrante per l’interesse che il Collegio e la Diocesi possono suscitare. E francamente, dopo le desolanti notizie su preti pedofili e simili, valeva la pena suscitare per una volta un altro tipo di dibattito.
  • ultima osservazione: so bene che esistono ancora persone convinte che tutto si debba risolvere nelle ovattate sacrestie (che permettono ogni sorta di manipolazione…). Non è la nostra visione di una Chiesa al passo coi tempi, aperta e trasparente.
  • Boas Erez ci ha messo la faccia, il Consiglio ci ha messo la faccia, il Vescovo pure. Nessuno l’ha persa perché tutti hanno assunto correttamente e apertamente il proprio ruolo. E così continueremo a fare, in piena trasparenza.

Filippo Lombardi

In cima