Teatro

Accademia Dimitri: 12 spettacoli per raccontarsi

“On the edge” di Rosalie Völlmin.

La vita e la morte, il senso di spaesamento di fronte alla perdita di qualcuno di caro ma poi anche la speranza di un “segno”, dove spesso è l’arte stessa, lo spettacolo portato sulla scena, l’elemento in grado di portare luce, speranza, fiducia. E poi anche il tema del “doppio”, l’altro da sé, le ombre che ci abitano, da cui liberarsi con la propria forza interiore, per poter intraprendere un cammino di novità, per poter creare. Temi complessi, difficili da raccontare e interpretare stando su un palco, che gli allievi dell’ultimo anno di Bachelor dell’Accademia Dimitri, nei 12 minuti concessi a ciascuno, hanno saputo portare sulla scena – il debutto venerdì scorso – con delicatezza e sensibilità. Dodici le mini-rappresentazioni, 12 i temi scelti, ciascuno, come richiesto dai loro docenti, prendendo spunto da un personaggio reale o di fantasia noto, reinterpretandone il vissuto: da Fernando Pessoa (Liam Rooney) a Crudelia De Mon (Anaïs Lhérieau), passando per il Barone rampante di Italo Calvino (Zoe Notartomaso), a Virginia Woolf (Rosalie Völlmin), un testo di Mani Matter (Simon Huggler) o la pittrice Françoise Gilot (Andrina Hauri) per citarne alcuni.

Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:

L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite l'apposito formulario.

In cima