Acquisizione CS: Seduta in rosso per le Borse asiatiche
Seduta in rosso per le Borse asiatiche dopo l’accordo per l’acquisizione del Credit Suisse da parte di Ubs secondo l’Ansa. Tokyo ha perso l’1,54%, Sydney l’1,38 e Seul lo 0,69%. Pesante Hong Kong, che cede il 3,2% in apertura, mentre Shenzhen e Shanghai contengono i ribassi.
In calo i future sull’Europa e sugli Stati Uniti con quello sull’Euro Stoxx 50 che cede l’1,1% e quelli su Dow Jones e Nasdaq in flessione dello 0,8% e dello 0,4%. Dopo una prima valutazione positiva del salvataggio e dell’iniezione di liquidità da parte delle banche centrali, che aveva spinto i future sull’Euro Stoxx a salire dell’1,4%, tra gli investitori prevale la cautela per le turbolenze che stanno investendo i mercati.
Crollano i future sul comparto bancario europeo: i future sull’indice euro Stoxx del settore bancario con scadenza a giugno perdono il 6% mentre ad Hong Kong il colosso Hsbc cede il 7%. Hsbc paga anche l’esposizione verso i bond At1 del Credit Suisse, il cui valore è stato azzerato nell’ambito del salvataggio del colosso elvetico, penalizzando i detentori dei titoli anche rispetto agli azionisti del gruppo svizzero.
Successivamente la Borsa di Hong Kong ha ampliato le perdite malgrado il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs.
Come noto, con un’operazione architettata dalla Banca centrale svizzera, con il coinvolgimento della autorità europee e americane, i due colossi convolano a nozze in un storico accordo per cercare di disinnescare la crisi in atto nel sistema bancario, con una corsa nel fine settimana per risolvere il caso prima della riapertura dei mercati. L’amministratore delegato di Ubs Ralph Hamers sarà alla guida della banca che nascerà dalle nozze fra Credit Suisse e Ubs. L’operazione sarà fatta senza l’approvazione degli azionisti.
Le autorità svizzere si affrettano a precisare che l’operazione “non è un salvataggio ma è una soluzione commerciale”, la “migliore per riportare fiducia”. Le nozze, spiegano da Berna, infatti “assicurano la stabilità finanziaria” e tutelano “l’economia svizzera in questa situazione eccezionale”. Ubs otterrà fino a 100 miliardi di franchi svizzeri di liquidità dalla Banca centrale svizzera, oltre a garanzie per 9 miliardi dal governo svizzero per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse. Per Ubs si tratta di ‘rassicurazioni’ importanti visto che, per come è stato strutturato l’accordo non ha alcuna possibilità di fare un passo indietro, neanche a fronte di un’eventuale opposizione dell’antitrust. “La stabilità finanziaria è più importanti dell’antitrust nelle crisi”, commenta la Finma, l’autorità di regolamentazione dei mercati. L’intesa avrà un impatto sull’occupazione, con 10.000 posti che secondo indiscrezioni saranno tagliati. Con Ubs che punta a un taglio dei costi per 8 miliardi, si impegna a ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse. Per Credit Suisse l’intesa segna la fine di 167 anni di storia e spazza praticamente via 16 miliardi di franchi svizzeri di bond AT1, che sono stati “completamente svalutati”. Le banche centrali mondiali plaudono all’intesa.