Addio al poeta Giampiero Neri
È morto nella notte fra martedì 14 e mercoledì 15 febbraio, a Milano, il poeta Giampietro Pontiggia, conosciuto con lo pseudonimo di Giampiero Neri. Aveva 95 anni ed era nato il 7 aprile del 1927 a Erba, in provincia di Como, dove era cresciuto con la sua famiglia. Il padre, Ugo, era un segretario del partito fascista a Bosisio Parini, in provincia di Lecco, e fu ucciso nel 1943 da partigiani gappisti che gli tesero un agguato durante il periodo della guerra civile. Il fratello minore era lo scrittore Giuseppe Pontiggia, detto Peppo, morto nel 2003, critico letterario e curatore editoriale.
Al termine della guerra Neri conseguì il diploma di maturità scientifica e si iscrisse alla Facoltà di Scienze Naturali dove però non si laureò, anche per far fronte alle esigenze economiche della famiglia. Nel 1947 iniziò a lavorare presso il Banco ambrosiano e in banca, pur passando da diversi Istituti, resterà fino all’età della pensione. Contemporaneamente ai suoi impieghi, con il supporto del fratello minore, Neri continuò a coltivare la sua passione letteraria e, nel 1971, uscirono le sue prime pubblicazioni per l’ “Almanacco dello Specchio” di Mondadori. Cinque anni dopo, nel 1976, il suo vero esordio con L’aspetto occidentale del vestito: una raccolta pubblicata da Giovanni Raboni nei “Quaderni della Fenice” di Guanda. L’uscita della sua prima opera trovò l’accoglienza entusiastica di Giovanni Giudici che, sul Corriere della Sera, lodò i suoi versi distillatissimi, austeri e severi. E, nel contesto di quella che il filosofo e critico letterario italiano Luciano Anceschi definì la “linea lombarda”, Neri, conosciuto per il suo carattere schivo, il suo istinto solitario, la sua ricerca di compattezza stilistica, fu soprannominato «maestro in ombra» della poesia italiana dal poeta Maurizio Cucchi. Dopo lo sperimentalismo della prima raccolta, anche le opere successive furono premiate e contraddistinte da successo di critica, tra cui tra cui Liceo, 1986; Dallo stesso luogo, 1992; Teatro naturale, 1998; Armi e mestieri, 2004; Paesaggi inospiti, 2009; Il professor Fumagalli e altre figure, 2012.
Nel 2018 vinse il Premio “Giorgio Orelli – Città di Bellinzona”, la prima edizione del riconoscimento. La giuria, composta da Pietro De Marchi, Massimo Gezzi e Fabio Pusterla, lo definì come «una delle voci più notevoli, interessanti e originali del panorama contemporaneo» ed «una delle figure maggiori della poesia italiana».