Al LAC “Gli anni” di Marco D’Agostin e il dramma “Maria Stuarda”
La stagione teatrale del LAC prosegue martedì 14 febbraio con due appuntamenti: Gli anni di Marco D’Agostin con Marta Ciappina, e il dramma schilleriano Maria Stuarda interpretato da Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi.
Martedì 14 febbraio in Teatrostudio alle ore 18 Marco D’Agostin, premio Ubu come performer “under 35” (2019), presenta Gli anni, lavoro pensato con e per Marta Ciappina, fresca vincitrice del Premio Danza & Danza 2022 come interprete dell’anno, artista che svela la sua biografia, invitando il pubblico a entrare nei luoghi più oscuri e luminosi della sua storia. Qualcuno ha scritto che c’è una distanza incolmabile tra quel che è successo un tempo e il modo in cui ci appare ora, ammantato di una strana irrealtà. La coreografia de Gli anni è costruita per tentare di ricucire questo strappo: la storia di un singolo – Marta Ciappina, interprete unica per itinerario artistico e peculiarità tecniche nel panorama della danza italiana – invita gli spettatori a giocare con la propria memoria. Il corpo di Marta e gli occhi di chi la guarda intraprendono un viaggio che fa la spola tra il presente – il momento della performance, irripetibile incontro romantico – e il passato di ognuno di noi, in una trama di andate e ritorni che confonde storie, canzoni e ricordi. Su palco e platea si stende lenta l’ombra di un romanzo: l’invito è quello di scriverlo insieme, un’opera a cento mani che ci esorta ad attraversare le rovine, guardando in alto.
In Sala Teatro martedì 14 febbraio alle ore 20.30 (replica il 15 febbraio, alla stessa ora) Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi sono le protagoniste del dramma schilleriano incentrato sullo storico durissimo scontro tra due regine: la scozzese Maria Stuarda e sua cugina Elisabetta d’Inghilterra, la prima prigioniera della seconda. Marinoni e Pozzi si scambiano i ruoli di sera in sera, svelando come in fondo i due opposti coincidono. Nella tragedia che Friedrich Schiller scrisse a fine del 1700, la lotta per la corona si trasforma in un confronto appassionato, giocato su piani emotivi diversi: dall’invidia al martirio, dall’insulto alla preghiera. Una battaglia feroce che determinerà le sorti future non solo dell’Inghilterra. Partendo dal principio che nel teatro di Schiller la politica appare come fenomenologia del destino umano, il regista Davide Livermore si concentra sull’esercizio del potere femminile. Dopo un momento rituale iniziale, una sorta di prologo-vestizione, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi – entrambe Premio Ubu e Premio Flaiano per il Teatro – scopriranno quale personaggio dovranno incarnare: un gioco di ruoli virtuosistico per svelare quanto questa cruenta dualità non sia altro che un riflesso dell’Uguale. Il contraltare di Maria diventa così Elisabetta che incarna tutte le modalità maschili per regnare e sopravvivere.
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