Al LAC il debutto de “La dodicesima notte” di Shakespeare
Lunedì 27 febbraio alle ore 20.30, debutta in prima assoluta al LAC lo spettacolo La dodicesima notte (o quello che volete), tratto dalla commedia di William Shakespeare, per la regia di Giovanni Ortoleva. Lo spettacolo verrà replicato martedì 28 febbraio e mercoledì 1° marzo, sempre alle ore 20.30, e sarà anticipato da un incontro con il regista. Lunedì 27 febbraio alle ore 18, nella Hall del LAC, Giovanni Ortoleva e Federico Bellini dialogano con Claudia Cannella, direttrice di Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo. Introduce la conversazione Carmelo Rifici, direttore artistico del LAC. La dodicesima notte è la seconda tappa di un percorso teatrale che Ortoleva dedica all’amore romantico allo scopo di metterlo in discussione. Un’indagine che il regista ha iniziato nel 2022 con Lancillotto e Ginevra, da lui scritto insieme a Riccardo Favaro. Per il nuovo spettacolo Ortoleva affida il delicato lavoro di traduzione a Federico Bellini, il progetto scenografico a Paolo Di Benedetto, il progetto sonoro a Franco Visioli, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale Venezia 2020, la realizzazione dei costumi a Margherita Baldoni, il disegno luci a Fabio Bozzetta.
«La dodicesima notte è senza dubbio uno strano oggetto – dichiara Giovanni Ortoleva –. Scritta subito dopo Amleto (di cui mantiene in modo evidente alcuni motivi), è totalmente dominata dall’amore: non si parla d’altro in Illiria, e di altro non si vuol sentir parlare (né cantare), né nelle case dei nobili né nelle bettole degli ubriachi. Eppure questi discorsi sono deliranti, bizzarri, violenti; le frequenti dichiarazioni deviano spesso dall’amato per tornare alla celebrazione di sé; alla passione si associano frequentemente i termini della malattia, del martirio, della tortura; le canzoni hanno testi malinconici, spesso e volentieri mortiferi… Tutto questo fa pensare che La dodicesima notte non sia una commedia d’amore, come spesso viene detto, ma una commedia sull’amore, sull’ossessione per l’amore che diventa ideologia e quindi malattia della mente. Ogni personaggio è completamente assorbito dalla propria lovesickness: Orsino dalla propria passione virile, continua affermazione della propria potenza; Olivia dalla volontà di possesso e affermazione di rango; Malvolio dal self-love, amore di sé e volontà di realizzazione… Solo Viola sembra essere estranea a questo virus, e non è un caso che sia una straniera in Illiria, terra che rimanda in modo chiaro a illness (malattia) ed illusion (illusione). La terra dell’illusione, della malattia d’amore: the desperate kingdom of love». «L’Illiria però non è solo un sogno romantico», aggiunge Ortoleva. «Sotto la coltre dei discorsi d’amore si nasconde una società classista, divisa in caste cui i personaggi fanno rapidi ma significativi accenni; come a qualcosa di cui non sta bene parlare, ma che determina i loro pensieri più dei concetti di spazio e tempo. Tanto che nella sua solitudine il cameriere Malvolio, vero protagonista tragico del testo, non sogna di unirsi fisicamente alla contessa Olivia, ma di essere conte; ciò che di osceno c’è nella sua fantasia non è quindi la conquista erotica, ma la scalata sociale, che un sistema di caste non può tollerare, e dunque punisce. L’amore, l’ideologia romantica, non sono che fumo negli occhi con cui difendere le divisioni di una società classista, in cui è più facile cambiare sesso che classe di appartenenza».
Ortoleva per il suo debutto a Lugano dirige Michelangelo Dalisi ed un gruppo di otto giovani attori e attrici: Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Giovanni Drago, Alberto Marcello, Aurora Spreafico, Anna Manella, Francesca Osso ed Edoardo Sorgente. Lo spettacolo è una produzione LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Centro D’arte Contemporanea Teatro Carcano, Arca Azzurra. Prevendite su luganolac.ch. Dopo il debutto a Lugano, sarà in scena dal 9 all’11 marzo al Teatro della Tosse di Genova.