Al LAC l’irriverente “Faust” di Leonardo Manzan
Dopo l’originale Cirano deve morire, il giovane autore e regista Leonardo Manzan, due volte vincitore alla Biennale Teatro di Venezia, torna al LAC martedì 11 e mercoledì 12 febbraio alle ore 20.30 con il suo irriverente Faust, coproduzione LAC in cui il capolavoro di Johann Wolfgang Goethe si fa strumento per tracciare un dissacrante ritratto di ipocrisie, mode culturali, “politicamente corretti” e vizi del teatro contemporaneo. Portando in scena un Faust-artista, Manzan indaga il tema del ruolo del teatro nella società, della responsabilità di chi crea nei confronti del pubblico e dei limiti dell’espressione del desiderio individuale. Il pubblico – sempre protagonista negli spettacoli del regista – viene accompagnato da un affiatato gruppo di sei giovani interpreti ed è invitato a muoversi insieme a loro su un filo teso tra fantasia e realtà, intrattenimento e impegno.
La sinossi del Faust di Goethe si potrebbe riassumere in una riga: c’era una volta un uomo che fece un patto col diavolo. Partendo da questo semplice spunto, perfetto per una favola da teatro delle marionette, Goethe ha costruito un’opera monumentale che fa da specchio alla modernità. Colta e goliardica, tragica e parodica, cosmica e sentimentale, tra dramma e avanspettacolo, la prima opera moderna è in realtà un’opera post-moderna. Non si può tornare indietro e riportare all’ordine il caos che Goethe attraversa. Bisogna assecondarne la varietà, nel tentativo di recuperare la leggerezza di un racconto popolare che inizia appunto così: c’era una volta un uomo che fece un patto col diavolo. Lo spettacolo è consigliato a un pubblico a partire dai 16 anni.