È stato presentato questa mattina, a Mendrisio, il ricco programma del Festival internazionale di narrazione di Arzo, che si svolgerà dal 29 agosto al 1 settembre 2019. Nei suoi vent’anni di vita il Festival si è ritagliato uno spazio importante nel panorama delle proposte culturali della regione, trasformandosi in un appuntamento atteso tanto per i visitatori quanto per gli artisti, provenienti da diversi paesi, i quali propongono degli spettacoli che sviluppano un’accezione ampia e curiosa di teatro di narrazione, che aprono alla conoscenza di territori e linguaggi nuovi.
Storie che incantano, sorprendono, emozionano, senza rinunciare ad indagare e approfondire i cambiamenti, le speranze e i timori della società contemporanea, rivolgendosi con un linguaggio accessibile a un pubblico ampio e intergenerazionale. La piazza, le corti e i giardini di Arzo sono la cornice ideale per garantire quella vicinanza tra artisti e pubblico necessaria alla narrazione. Le dimensioni del paese consentono di muoversi a piedi tra un evento e l’altro, favorendo l’incontro e prolungando questa sensazione di appartenenza e intimità oltre i confini temporali dello spettacolo.
In occasione del ventesimo anniversario del Festival di Arzo (che cade in questo mese, essendo nato nell’agosto del 2000) ha rinnovato il suo logo e il suo sito, ove potrete vedere nel dettaglio tutti gli spettacoli proposti. A festeggiare ci sono tanti artisti, spettacoli, appuntamenti e sorprese. Al centro di tutto rimane “la narrazione”, intesa come occasione per creare connessioni e approfondimenti, restituita in una proposta articolata e inclusiva, che pensa a tutti: bambini, ragazzi, adulti. Quest’anno, a ospitare gli spettacoli e i loro narratori, in aggiunta alle tradizionali corti del paese, è riproposta la cornice d’eccezione delle cave di marmo.
Ad aprire l’edizione, la sera di giovedì 29 agosto, è la magia delle Metamorfosi ovidiane di e con Gaetano Colella, Enrico Messina e Daria Paoletta. La programmazione prosegue poi con storie di frontiera: la Compagnia degli (S)legati porta in scena il complesso rapporto uomo-montagna; Stefano Beghi le vicende di quotidiano contrabbando sul confine italo-svizzero. Al femminile è la narrazione di Marta Cuscunà, che con La semplicità ingannata riflette sulle possibilità di (r)esistenza; e quella della compagnia Bam! Bam! Teatro che con Il taccuino di Simone Weil racconta la vita e il pensiero della grande filosofa. Elisabetta Salvatori e Naya Dedemailan, invece, affrontano il tema della fragilità: di un grande musicista la prima e di una giovane ragazza la seconda. Tra gli artisti più affezionati tornano Antonio Catalano, con la sua fantasia travolgente, e Luigi D’Elia con un omaggio a Jack London. L’incontro tra culture è raccontato da Thioro. Un cappuccetto rosso senegalese, nato da un progetto del Teatro delle Albe in Senegal, mentre interamente in lingua francese è Conference de choses, la performance imprevedibile di Pierre Mifsud.
Incredibili animali, paesaggi incantati, oggetti insoliti aspettano poi gli spettatori più piccoli, nelle giornate di sabato e domenica, con le loro straordinarie avventure. Inoltre, accanto alle proposte teatrali, altre iniziative si intrecciano tra le vie di Arzo. Tra queste ricordiamo gli incontri di approfondimento con il pubblico, gli artisti e alcuni ospiti in Corte dei Miracoli; la proiezione del documentario Dem Dikk Africa – Africa film di Kamera Film in Corte Camaleonte; l’esperienza del Giardino Sensibile; l’allegria del gruppo musicale Bevano Est e l’attività di varie associazioni in piazza e tra le strade del paese.
Una presentazione dettagliata del Festival internazionale di narrazione di Arzo potrete leggerla nel Magazine dell’Osservatore di sabato 24 agosto.