Lo storico Aldo Schiavone ha scritto Sinistra! Un manifesto (Einaudi 2023), che ha l’ambizione di fare da bussola al pensiero progressista nei prossimi anni. Alla sinistra serve una rottura radicale, come si legge in copertina, «con al centro una nuova idea di eguaglianza – svincolata dalle rovine del socialismo – e la visione di un mondo globale guidato non solo dalla tecnica e dai mercati, ma da un modello universale di cittadinanza oltre la cornice degli Stati». Negli ultimi quindici anni, gli elettori progressisti non hanno premiato i leader di una sinistra debole e concentrata su tematiche apparentemente marginali, che hanno dimenticato i cosiddetti ultimi. Aldo Schiavone spera che la sinistra del futuro sia in grado di guidare i cambiamenti socioeconomici. Il pamphlet procede in maniera abbastanza disordinata e non dà risposte sorprendenti rispetto a quello che la sinistra necessiterebbe.
L’autore parte del declino italiano e del dramma che da anni si sussegue alla segreteria del Partito Democratico. Il segretario oramai è un incarico contendibile da quasi chiunque. Il che ha contribuito a far perdere al PD la propria anima. La sinistra di oggi non può esistere senza un nuovo pensiero. Aldo Schiavone ricorda l’ormai trita e ritrita tesi dell’applicazione delle politiche “ultra-liberiste” e la contrazione della presenza dello Stato. Secondo l’autore, oggi nel paese prevarrebbe il motto “Dio patria e famiglia”, mentre la sinistra annaspa. «C’è perciò bisogno di un’autentica rivoluzione nell’etica pubblica e nell’intelligenza della sinistra». Un mutamento «che permetta a ciascuno di formarsi una visione del mondo fondata su quella concezione integrale dell’umano». Il dramma della sinistra è che è ancora ferma al 1989. Aldo Schiavone ha ragione a sostenere che non c’è stata una vera rottura con il Marxismo.
Che ha fatto errori irrimediabili e ha sottovalutato le capacità delle strutture economiche di garantire a tutti una vita dignitosa. D’altra parte, il Marxismo fece diagnosi parzialmente corrette sullo sfruttamento del lavoro operaio e sulle condizioni aspre all’inizio del capitalismo europeo. L’impatto del comunismo è stato abbastanza forte in Italia, ma oggi la classe operaia non guarda più a sinistra perché questa non ne rappresenta le istanze. La soluzione per Schiavone non è tanto insistere sul tasto della libertà (e figuriamoci!), ma la ricetta sarebbe ancora l’antica nota eguaglianza – condita con invidia sociale. Su questo terreno, il PD è in concorrenza con il Movimento 5 Stelle. Un movimento di sinistra radicale, con l’aggiunta di complottismo, velleità giustizialiste rozze, primitive e senza prospettive. Quando il Movimento è andato al governo, ha dato una prospettiva scialba inconcludente, deleteria e improvvisata, dimostrando impreparazione ed inadeguatezza, tipiche dell’antipolitica.
Aldo Schiavone spiega infine che riportare i cittadini alla politica è il primo compito della sinistra che intende guardare al futuro. Sono i giovani, in particolare, che devono far parte di queste azioni. La politica deve riconquistare lo spazio perduto e anche il consenso. «La sovranità della politica potrà essere restituita non altrimenti che come sovranità di una cittadinanza almeno europea. La via opposta, quella inseguita dalla destra, che cerca di raggiungere lo stesso obiettivo ridando voce agli Stati nazionali». Oggi «sinistra significa anche formarsi – e difendere – un’idea progressiva della storia, e saperla proiettare […] sulla politica e sulle sue vicende». Cioè: «essere convinti che l’andamento generale dei processi storici ha sempre segnato per l’umano nel suo insieme un miglioramento […] nella qualità della vita, sia dal punto di vista materiale, sia da quello della conoscenza e dell’etica: tanto nell’etica dei comportamenti individuali come di quelli pubblici».
Amedeo Gasparini
www.amedeogasparini.com
Aldo Schiavone ha scritto un manifesto “radicale” della nuova sinistra
Lo storico Aldo Schiavone ha scritto Sinistra! Un manifesto (Einaudi 2023), che ha l’ambizione di fare da bussola al pensiero progressista nei prossimi anni. Alla sinistra serve una rottura radicale, come si legge in copertina, «con al centro una nuova idea di eguaglianza – svincolata dalle rovine del socialismo – e la visione di un mondo globale guidato non solo dalla tecnica e dai mercati, ma da un modello universale di cittadinanza oltre la cornice degli Stati». Negli ultimi quindici anni, gli elettori progressisti non hanno premiato i leader di una sinistra debole e concentrata su tematiche apparentemente marginali, che hanno dimenticato i cosiddetti ultimi. Aldo Schiavone spera che la sinistra del futuro sia in grado di guidare i cambiamenti socioeconomici. Il pamphlet procede in maniera abbastanza disordinata e non dà risposte sorprendenti rispetto a quello che la sinistra necessiterebbe.
L’autore parte del declino italiano e del dramma che da anni si sussegue alla segreteria del Partito Democratico. Il segretario oramai è un incarico contendibile da quasi chiunque. Il che ha contribuito a far perdere al PD la propria anima. La sinistra di oggi non può esistere senza un nuovo pensiero. Aldo Schiavone ricorda l’ormai trita e ritrita tesi dell’applicazione delle politiche “ultra-liberiste” e la contrazione della presenza dello Stato. Secondo l’autore, oggi nel paese prevarrebbe il motto “Dio patria e famiglia”, mentre la sinistra annaspa. «C’è perciò bisogno di un’autentica rivoluzione nell’etica pubblica e nell’intelligenza della sinistra». Un mutamento «che permetta a ciascuno di formarsi una visione del mondo fondata su quella concezione integrale dell’umano». Il dramma della sinistra è che è ancora ferma al 1989. Aldo Schiavone ha ragione a sostenere che non c’è stata una vera rottura con il Marxismo.
Che ha fatto errori irrimediabili e ha sottovalutato le capacità delle strutture economiche di garantire a tutti una vita dignitosa. D’altra parte, il Marxismo fece diagnosi parzialmente corrette sullo sfruttamento del lavoro operaio e sulle condizioni aspre all’inizio del capitalismo europeo. L’impatto del comunismo è stato abbastanza forte in Italia, ma oggi la classe operaia non guarda più a sinistra perché questa non ne rappresenta le istanze. La soluzione per Schiavone non è tanto insistere sul tasto della libertà (e figuriamoci!), ma la ricetta sarebbe ancora l’antica nota eguaglianza – condita con invidia sociale. Su questo terreno, il PD è in concorrenza con il Movimento 5 Stelle. Un movimento di sinistra radicale, con l’aggiunta di complottismo, velleità giustizialiste rozze, primitive e senza prospettive. Quando il Movimento è andato al governo, ha dato una prospettiva scialba inconcludente, deleteria e improvvisata, dimostrando impreparazione ed inadeguatezza, tipiche dell’antipolitica.
Aldo Schiavone spiega infine che riportare i cittadini alla politica è il primo compito della sinistra che intende guardare al futuro. Sono i giovani, in particolare, che devono far parte di queste azioni. La politica deve riconquistare lo spazio perduto e anche il consenso. «La sovranità della politica potrà essere restituita non altrimenti che come sovranità di una cittadinanza almeno europea. La via opposta, quella inseguita dalla destra, che cerca di raggiungere lo stesso obiettivo ridando voce agli Stati nazionali». Oggi «sinistra significa anche formarsi – e difendere – un’idea progressiva della storia, e saperla proiettare […] sulla politica e sulle sue vicende». Cioè: «essere convinti che l’andamento generale dei processi storici ha sempre segnato per l’umano nel suo insieme un miglioramento […] nella qualità della vita, sia dal punto di vista materiale, sia da quello della conoscenza e dell’etica: tanto nell’etica dei comportamenti individuali come di quelli pubblici».
Amedeo Gasparini
www.amedeogasparini.com