“Alexandr Solženicyn e l’imperativo biblico”: conferenza con Adalberto Mainardi
Nell’ambito del ciclo “Bibbia, letteratura, filosofia” promosso dalla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, martedì 21 marzo alle ore 18 si terrà una relazione di Adalberto Mainardi dedicata allo scrittore dissidente Alexandr Solženicyn (1918-2008), autore di Arcipelago Gulag, Reparto C e altri capolavori di epoca sovietica. Introduce la serata Fernando Lepori.
Arcipelago Gulag, la grande inchiesta narrativa di Aleksandr Solženicyn (1918-2008), premio Nobel per la letteratura nel 1970, alzò il velo sul sistema concentrazionario sovietico. “Gulag” è l’acronimo per “Amministrazione statale delle colonie penali”, ma è diventato il sostantivo simbolo di un sistema che reprime la libertà religiosa e di pensiero. Difensore dei diritti civili, coraggioso critico del socialismo reale, ma anche convinto sostenitore di una visione nazionalista e di un messianesimo russo che cercava un’ideale unità con la Russia prerivoluzionaria, Solženicyn non ha mancato di far discutere per le sue prese di posizione. La sua eredità è stata recentemente al centro di un vivace dibattito in patria. Tuttavia, è soprattutto nei racconti lunghi degli anni del “disgelo”, usciti grazie a un parziale allentamento della censura ideologica nell’epoca di Chruščev, che si rivela il legame dello scrittore con la tradizione religiosa russa e la Bibbia. L’antieroe di Una giornata di Ivan Denisovič dimostra come, nell’epoca staliniana, l’opposizione alla menzogna del regime – e la speranza per il futuro del paese – venisse da quei giusti nascosti (pravedniki) senza i quali «non si regge il villaggio», come recitava il titolo scelto dall’autore per La casa di Matrëna. Un incontro che illumina il percorso spirituale dello scrittore fu quello – inizialmente a distanza – con il teologo della diaspora russa Alexander Schmemann, che trasmetteva in Unione Sovietica sulle frequenze di “Radio Svoboda” (Radio Libertà). «Per molto tempo – confidò poi Solženicyn – ascoltai con piacere spirituale le prediche di Padre Alexander (il cognome non era menzionato) su Svoboda la domenica sera… non una nota di falsità, non un millimetro di tensione, nessun vuoto tributo alla forma obbligatoria, al rituale… sempre un pensiero forte e un sentimento profondo». La voce viva della fede fu per lo scrittore, nel suo confronto con l’apparato repressivo sovietico, un solido sostegno interiore, un soffio di acqua viva, che ritroviamo nel saggio pubblicato il giorno del suo arresto, Non vivere nella menzogna (1974), l’anno in cui fu espulso dall’Unione Sovietica.
Adalberto Mainardi, monaco di Bose, si occupa di storia della Chiesa russa, di spiritualità ortodossa e di ecumenismo. È stato segretario scientifico dei Convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa di Bose dal 1993 al 2020. È membro del gruppo di lavoro teologico misto ortodosso-cattolico Sant’Ireneo.
Partecipazione libera e gratuita.