Sono convinto che stia sempre più emergendo un serio problema. Anche se pochi se ne rendono conto. Quello della perdita di una vera libertà di espressione. Sembra paradossale affermare ciò in tempi come i nostri, nei quali passa tutto, o quasi, in rete a livello mondiale: testi, suoni, immagini… Salvo rari casi di alcuni blocchi/interventi (censure) statali, o da parte di quei pochi gruppi che hanno il controllo tecnico del web. E del più grande inganno che sono i “social”.
Ma è proprio perché quasi tutto parte che poi poco arriva – in mezzo al micidiale marasma – effettivamente a destinazione. Anche perché mancano i filtri sulla qualità della comunicazione. Che sia ben chiaro non significano censura. Semmai la censura si presenta oggi sotto un’altra forma rispetto a quella classica, tradizionale dei regimi totalitari. La censura la amministrano oggi in una forma ben più sottile, e meno evidente rispetto al passato, i poteri finanziari ed economici.
Quei poteri che hanno attualmente il controllo (il monopolio) di quei pochi canali a maggiore diffusione.
Orio Galli