È ben chiara la richiesta avanzata sui social dal tenore Matteo Macchioni di Sassuolo (Modena) al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: «Se lo sport può ripartire a porte chiuse – scrive – anche il mondo del teatro, con le dovute cautele, può e deve ripartire”. Questo per far fronte alla “grave situazione in cui versa un settore fondamentale e strategico come quello dei teatri italiani».
«Un healt-care anti-Covid per il personale stabile e per gli artisti freelance che, di volta in volta, vengono ospitati» e ancora «far rispettare le distanze di sicurezza limitando la capienza di persone nelle sale di teatri ed auditorium, una misura fattibile e già sperimentata in Europa», sono alcuni passaggi dell’appello del tenore.
Un altro argomento che Macchioni tratta nel suo intervento è relativo alla «condizione arretrata, vetusta e priva e priva di welfare” relativa “alle tipologie di contratti di scrittura artistica».
Nel ‘nuovo’ corso post-Covid, suggerisce l’artista, «tali contratti potrebbero prevedere un compenso non più solo focalizzato sulla remunerazione della performance, ma suddiviso in un’equa remunerazione del periodo di prove, naturalmente un compenso per le prestazioni artistiche e un giusto rimborso spese per il viaggio e per l’alloggio». Infine, conclude Macchioni, «sarebbe opportuno rivedere il sistema di previdenza sociale». (Fonte ANSA).