La ventunesima edizione del Festival Internazionale di narrazione di Arzo quest’anno non avrà luogo. È questa la decisione che il comitato artistico del festival ha, da poco, reso nota. Anche quest’anno, l’edizione si sarebbe dovuta svolgere l’ultima settimana di agosto e tutto, o quasi, fino a qualche mese fa, sembrava pronto. Tuttavia, come si legge dal comunicato stampa diramato oggi, «organizzare la manifestazione significherebbe rinunciare ad una delle sue componenti essenziali».
«Il Festival di Arzo è un evento culturale di comunità, che abita un territorio in una modalità di prossimità e vicinanza, dove l’incontro tra artisti, spettatori e organizzatori avviene non solo tra le vie, i giardini e la piazza del paese, ma anche, e soprattutto, nei cortili, spazi privati degli abitanti che vengono aperti a tutti». Per Claudio Fenaroli, Amanda Ostinelli e Natalia Lepori, direttori artistici del festival, conciliare il dovuto rispetto delle norme e tutela della salute pubblica con la vocazione del festival, non è allora una condizione praticabile. L’operazione, inoltre, risulterebbe difficilmente sostenibile anche da un punto di vista organizzativo ed economico: il rispetto delle norme di distanziamento fisico e di tracciamento imporrebbe infatti un’organizzazione eccessivamente onerosa per gli allestimenti degli spazi destinati agli spettacoli, per l’accoglienza di artisti, tecnici e personale organizzativo e per la gestione del pubblico.
«Il Festival è assembramento: vive e si nutre di relazioni, contatto e intimità. Sono queste le pratiche e i pensieri che non smetteremo di desiderare, nell’attesa di poterli condividere nuovamente, insieme, la prossima edizione, ad Arzo».