A ottant’anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il 27 gennaio 1945, la Giornata della Memoria assume quest’anno un significato ancora più profondo a causa dell’incremento dell’antisemitismo. In un momento storico di crescenti tensioni e manifestazioni di odio antiebraico, è urgente ricordare gli orrori dell’Olocausto. Quel giorno, quando le truppe sovietiche entrarono nel campo, rivelarono al mondo l’inimmaginabile. Le prove di un genocidio sistematico, scientifico, intenzionale, pianificato, che aveva causato la morte di oltre un milione di persone nel complesso di Birkenau. Le modalità del genocidio hanno contribuito a rendere la Shoah un unicum. Da allora si è sviluppato un culto della memoria legato alla necessità di “sympatheia” nei confronti dei cittadini di origine ebraica. Ma l’odio antiebraico non è finito con l’apertura del cancello di Auschwitz. Una nuova ricerca intitolata “La normalizzazione del 7 ottobre”, realizzata dall’associazione italiana Setteottobre, ha rivelato dati allarmanti sull’antisemitismo nel paese.
Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:
L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite
l'apposito formulario.