Si terrà domani, mercoledì 6 marzo alle 18 presso l’Auditorium dell’Università della Svizzera italiana, il secondo appuntamento del ciclo “Archivi del Novecento”, nato dalla collaborazione di USI e Rete Due. Questa volta, a illustrare la figura dello scrittore ticinese Plinio Martini, interverrà Mattia Pini.
Plinio Martini (1923-1979) è nato a Cavergno, in Val Bavona, dove, dopo aver conseguito a Locarno la patente di maestro, ha vissuto e insegnato per tutta la vita. L’esperienza diretta dei mutamenti sociali che, a partire dagli anni ’50, sconvolsero la tradizione secolare della Valle è stata, assieme alla vocazione letteraria, la ninfa vitale della sua produzione scritta e della sua attività civile. Inizialmente poeta e narratore di racconti per ragazzi, sempre intellettuale militante, impegnato sul piano civile e politico (come testimoniano i numerosi interventi pubblici, e i numerosi scritti su giornali e riviste), è diventato celebre con il suo primo romanzo, Il fondo del sacco (1970), a cui ha fatto seguito il Requiem per zia Domenica (1976).
A quarant’anni dalla morte, i suoi saggi e i suoi romanzi, seppur spesso legati a un mondo rurale ormai quasi scomparso, sorprendono per l’attualità delle riflessioni sulla natura e sulla società: tali temi “territoriali” e antropologici, uniti alla qualità della scrittura e alle abilità di narratore, fanno di Plinio Martini l’autore più letto dai ticinesi, e del suo primo romanzo un classico letterario del nostro Novecento.