Arriva l’11a edizione del Film festival dei diritti umani
Dal 10 al 20 ottobre 2024 torna per l’undicesima edizione il Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), l’appuntamento annuale che continua a dare voce a chi lotta per i propri diritti nel mondo, utilizzando il cinema come potente strumento di narrazione. Undici giorni di programmazione e più di trenta film (tra cui 13 prime svizzere e 8 prime per la Svizzera Italiana) per raccontare i diritti umani, mettendo in luce le tematiche più rilevanti e urgenti dell’attualità, anche quest’anno nelle sale del Cinema Corso e del Cinema Iride di Lugano, affiancate a partire dall’anno scorso, dal Cinema Lux di Massagno.
Il festival prende il via giovedì 10 ottobre alle ore 18.30, presso il Cinema Lux, con il saluto delle Autorità e del FFDUL. Alle 20.30, la serata prosegue con la proiezione del primo film del Concorso internazionale di lungometraggi: Grand me di Atiye Zare Arandi. La protagonista della pellicola è Melina, una bambina iraniana di otto anni che, accudita dai nonni dopo il divorzio dei genitori, farebbe di tutto per tornare a vivere con la madre, come portare il suo caso di custodia in tribunale.
Il Premio Diritti Umani per l’Autore 2024 è stato assegnato al regista e artista Avi Mograbi, che sarà ospite del festival per ritirare il premio, il 18 ottobre, e per raccontare il suo impegno artistico, politico e civile. Presenterà inoltre due titoli che fanno parte della sua filmografia: Z32, dove vengono raccolte testimonianze e dubbi di un soldato israeliano che ha partecipato a un’operazione di ritorsione contro due poliziotti palestinesi, e Avenge, but one of my two eyes, dove il conflitto tra Israele e Palestina viene raccontato dal punto di vista dei palestinesi, che quotidianamente subiscono controlli e perquisizioni da parte delle forze israeliane.
Oltre alle proiezioni, il festival offrirà numerosi momenti di approfondimento dove esperti, registe, registi, interpreti delle storie e analisti della realtà, porteranno il loro contributo, aprendo un dialogo vivo e partecipato sugli argomenti trattati nei film. Tornano gli appuntamenti con OltreFestival, una serie di eventi off che vogliono rappresentare uno spazio dinamico e inclusivo, pensato per creare nuove occasioni di riflessione, e le proiezioni per le scuole, aperte a tutto il pubblico. Tra gli autori che animeranno gli incontri ricordiamo i registi Yuri Ancarani, Jamileh Amini, Bruno Bergomi, Andrea Oreni, Mariano Snider, Rachel M’Bon; i giornalisti Emiliano Bos, Fabrizio Ceppi e Chitra Subramaniam; l’ex procuratore generale Bruno Balestra; lo psicoterapeuta Mauro Pedroni; la direttrice di Amnesty International Ucraina Veronika Velch; il presidente della Fondazione Soloterre Damiano Rizzi; il Direttore del Festival Diritti Umani Milano, Danilo De Biasio; l’avvocato e attivista José Ramiro Llatas; e la giurista Gabriela Giuria.
Film
Le tematiche che verranno affrontate partono dai conflitti che tormentano il nostro pianeta. Il collettivo israelo-palestinese formato da Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor, in No other land, ha filmato per sei anni l’operazione di espulsione forzata degli abitanti di Masafer Yatta in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano. From Ground Zero, un progetto lanciato dal regista palestinese Rashid Masharawi, composto da ventidue episodi, undici dei quali presentati al FFDUL, ci porta direttamente dentro Gaza, grazie allo sguardo di giovani autori e autrici palestinesi, che ci mostrano l’orrore quotidiano della guerra e il desiderio di ritrovare speranza. Photophobia di Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík, racconta il dramma dei bambini che si nascondono nella metropolitana di Kharkiv popolata da più di 1.500 rifugiati mentre Riverboom di Claude Baechtold segue il viaggio di tre reporter in Afghanistan dopo gli attacchi dell’11 settembre.
Il passato, il presente e il futuro dell’immigrazione arrivano grazie a Figli proibiti di Mariano Snider, che racconta di tutte quelle bambine e quei bambini, figli degli stagionali che lavoravano in Svizzera e che hanno vissuto in clandestinità o lontano dai genitori. Rachel M’Bon con Dans la place, realizzato insieme a Juliana Fanjul, vede la regista parlare di razzismo con dei giovani residenti del comune e due migranti, minori non accompagnati, arrivati dall’Afghanistan. Le emergenze climatiche e l’ambiente sono raccontati attraverso il film Razing Liberty Square di Katja Esson, storia di un gruppo di residenti di Miami che lotta contro la gentrificazione climatica. Twice colonized di Lin Alluna è invece ritratto dell’avvocatessa groenlandese Aaju Peter che da sempre si batte per i diritti degli indigeni.
Temi come la disparità di genere e le dinamiche di potere saranno invece affrontati da un film come Il popolo delle donne di Yuri Ancarani, che rivela le lotte personali e collettive delle donne contro la violenza e la discriminazione. Marching in the dark di Kinshuk Surjan, invece, ci mostra la storia di Sanjivani, intenzionata a garantire una vita migliore a se stessa e ai suoi figli dopo il suicidio del marito agricoltore. E ancora Hawar, nos enfants bannis di Pascale Bourgaux racconta la storia delle donne e dei bambini Yazidi, vittime dei rapimenti forzati di Daesh in Iraq. Infine, Berehynia, women of Kyiv di Vito Robbiani e Andrea Oreni, presentato in prima mondiale al FFDUL, segue la redazione di ELLE Ucraina che, nonostante la guerra continua a pubblicare la rivista da Kyiv.
Tehachapi, il film dello street artist francese JR, che racconta il suo viaggio all’interno dell’omonimo carcere di massima sicurezza in California, verrà presentato in anteprima svizzera al FFDUL. Questa prigione è il luogo in cui, per tre anni, l’artista ha sviluppato un programma di fotografia coinvolgendo i detenuti ma anche familiari, guardie carcerarie e persone sopravvissute a crimini, proponendo una visione differente dell’ambiente carcerario e dando un messaggio di speranza e di possibile redenzione. Il parco della speranza di Bruno Bergomi, invece, esplora il mondo della psichiatria in Canton Ticino attraverso il racconto del regista, che sin da bambino è cresciuto accanto alla Clinica Psichiatrica Cantonale nel parco di Casvegno a Mendrisio. Il film, proiettato in collaborazione e con la presenza della Ticino Film Commission, verrà presentato dal regista e da alcuni membri della crew.
Arriva poi al Festival Coconut head generation di Alain Kassanda, che racconta la storia di un gruppo di studenti dell’Università di Ibadan, la più antica della Nigeria, che organizza un cineclub trasformando la piccola aula magna in un’agorà politica dove sviluppare una voce critica. Il film viene prestato al festival coinvolgendo gruppi e realtà giovanili del nostro territorio: all’USI grazie alla collaborazione con il Servizio pari opportunità e Il Mondo in USI e al Cinema Iride con Associazione Realtà Giovanili e #Ciné. A chiudere il festival sarà Wisdom of happiness di Barbara Miller, Philip Delaquis e Manuel Bauer, un documentario intimo che ha per protagonista il Dalai Lama che, a quasi novant’anni, offre consigli pratici per affrontare le sfide del XXI secolo.
Concorso internazionale di lungometraggi
Tra le conferme di questa 11a edizione il Concorso internazionale di lungometraggi, nato nel 2023 in occasione del decennale di FFDUL, che prevede otto pellicole, tutte in anteprima svizzera, che concorreranno per il Premio della giuria e per il Premio del pubblico, oltre al Premio ONG. Quest’ultimo sarà consegnato da FRASI, associazione che opera a favore dei diritti delle persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità, in particolare di bambini, bambine e donne.
I film selezionati per il Concorso sono: Grand me di Atiye Zare Arandi, Memories of a burning body di Antonella Sudasassi Furniss, Songs of slow burning earth di Olha Zhurba, Savanna and the Mountain di Paulo Carneiro, To a land unknown di Mahdi Fleifel, sr di Lea Hartlaub, The black garden di Alexis Pazoumian e Amal di Jawad Rhalib.
La giuria del Concorso – composta da Catherine Bizern, Daniele Gaglianone e Sabine Gebetsroither – sarà protagonista, venerdì 11 ottobre alle ore 16.00, al Cinema Lux, di un incontro con la stampa e il pubblico del festival per un dialogo, insieme al team del FFDUL, dove si cercherà di indagare le ragioni del cinema in un momento storico delicato come quello che stiamo vivendo, sia dal punto di vista degli autori che da quello dei festival. Daniele Gaglianone svolgerà inoltre una masterclass in collaborazione con il CISA e aperta al pubblico, sabato 19 ottobre alle ore 11.00, al Cinema Iride.
Per info e prevendite: www.festivaldirittiumani.ch |biglietteria.ch