Nella serata di ieri, 9 gennaio, l’Ufficio federale dell’energia ha assegnato il premio energetico svizzero Watt d’Or 2020: il rinomato premio nel settore dell’energia.
Il trofeo Watt d’Or (assegnato per la prima volta nel 2007), che riproduce una palla di neve, è stato consegnato ai vincitori da un’illustre giuria, presieduta da Pascale Bruderer, presso il Centro congressi del Kursaal di Berna.
L’obiettivo di questo riconoscimento è di far conoscere prestazioni fuori dal comune nel settore dell’energia e di motivare in questo modo l’economia, la politica e il vasto pubblico a scoprire i vantaggi delle tecnologie energetiche d’avanguardia.
Il riconoscimento non prevede premi in denaro.
Nel quadro del concorso Watt d’Or, entro la fine di luglio 2019 erano stati inoltrati 45 progetti, valutati poi da un gruppo di esperti. Per la tornata finale sono stati selezionati 19 contributi. Sotto la presidenza di Pascale Bruderer, la giuria di Watt d’Or ha premiato un progetto per ciascuna delle quattro categorie previste.
Quest’anno ci sono due vincitori nella categoria “Mobilità efficiente”.
Per la categoria “Tecnologie energetiche” sono state premiate ZHAW, Schmid Hutter AG Winterthur e Meyer Orchideen AG per un progetto inerente una rete di approvvigionamento energetico termochimica in una serra di orchidee; da quasi 10 anni le orchidee vengono prodotte in modo neutrale dal punto di vista climatico nella serra della Meyer Orchideen AG a Wangen presso Dübendorf. Il posto giusto per testare una tecnologia energetica altamente innovativa. Si tratta di reti termochimiche che sono oggetto di ricerca nell’ambito del progetto europeo H-DisNet. Queste possono immagazzinare energia come potenziale chimico in una soluzione con un’elevata concentrazione di sale per un periodo indeterminato e senza alcuna perdita di energia. Nella serra di orchidee, l’Istituto per Energy Systems and Fluid Engineering della ZHAW, in collaborazione con il produttore di impianti di climatizzazione e di ventilazione Schmid Hutter AG Winterthur, ha installato una rete termochimica. In questo caso serve a ridurre il consumo energetico per la climatizzazione fino al 50 per cento. In futuro la priorità sarà accordata all’applicazione di soluzioni per l’immagazzinamento di energia a livello di reti energetiche locali intelligenti.
Per la categoria “Energie Rinnovabili”, il premio è stato assegnato alla Regio Energie Solothurn per la metanizzazione biologica grazie a comunità di arcaea nell’impianto ibrido: tutti emettiamo flatulenze, reputandolo piuttosto sgradevole. Non così per Archie, un archeobatterio che produce flatulenze contenenti metano biologico a Zuchwil, presso Soletta, per conto di Regio Energie Solothurn e nell’ambito del progetto di ricerca europeo STORE&GO. Archie mangia idrogeno e CO2 e li trasforma in biometano, che viene poi immesso nella rete di gas naturale. Questa cosiddetta metanizzazione biologica avviene nell’impianto ibrido della Regio Energie Solothurn. L’impianto, in funzione dal 2015, è dotato di un elettrolizzatore che produce idrogeno solare, di un accumulatore di idrogeno e di un impianto di cogenerazione. Archie si inserisce in modo logico nell’innovativo concetto generale e aiuta il pubblico a comprendere meglio i complessi processi tecnici.
La categoria “Mobilità efficiente” ha visto come vincitore la Viktor Meili AG con i suoi Veicoli comunali elettrici: i veicoli comunali caratterizzano l’immagine di una città o di un villaggio. I piccoli veicoli spazzano le strade di quartiere, raccolgono rami, foglie e rifiuti e in inverno mantengono i sentieri liberi da neve e ghiaccio. Spesso sono molto rumorosi e lasciano maleodoranti scie di emissioni diesel. Non per forza si deve continuare così anche in futuro. I veicoli elettrici comunali sviluppati negli ultimi 10 anni dall’azienda di famiglia svizzera Viktor Meili AG di Schübelbach stanno per partire. Raggiungono una potenza almeno pari a quella dei veicoli diesel e le ricariche di batteria hanno una lunga durata di utilizzazione. Inoltre, causano molto meno rumore, non emettono CO2 e, considerato l’intero ciclo di vita, consentono di risparmiare circa 100 000 CHF sui costi di esercizio e di manutenzione.
Nella stessa categoria, il secondo riconoscimento è stato assegnato a Designwerk Products AG per la progettazione di un camion elettrico da 26 tonnellate; i camion per la raccolta dei rifiuti devono essere robusti e durevoli. In modalità Stop and Go girano per le strade e smaltiscono tutto ciò di cui vogliamo liberarci. E lo fanno di solito in modo rumoroso e con un inconfondibile odore di diesel. L’azienda Designwerk di Winterthur ha subito intuito che i pesanti camion per la raccolta dei rifiuti presentano le condizioni ideali per la propulsione elettrica. Nell’ambito di un progetto faro triennale, ha infatti sviluppato il camion elettrico Futuricum Collect 26E da 26 tonnellate. Oggi il veicolo silenzioso e privo di emissioni di CO2 viene utilizzato quotidianamente a Thun, Murten, Losanna e Neuchâtel. Il camion elettrico costa circa il doppio dei modelli diesel, ma per quanto riguarda i costi d’esercizio, risultano dell’80 per cento inferiori. Designwerk Products AG sta per avviare la produzione in serie nella sede di Winterthur e, in futuro, intende esplorare ulteriori applicazioni di nicchia nel settore dei veicoli commerciali elettrici pesanti.
Infine, il premio per la categoria Edifici e territorio è stato vinto dal Politecnico Federale di Zurigo: il campus di Hönggerberg del Politecnico federale di Zurigo (PF) accoglie ogni giorno oltre 12 000 persone, le quali consumano la stessa quantità di energia di una piccola città. Per il PF un motivo sufficiente per attuare una strategia energetica coerente: entro il 2040, nonostante la prevista crescita, intende ridurre le proprie emissioni di CO2 dell’80 per cento. La fornitura di calore rinnovabile presso il campus di Hönggerberg rientra in questa strategia. Dal 2012 sono in funzione campi di sonde geotermiche situate a 200 metri di profondità. Lo spreco di calore viene immagazzinato in questi campi in estate e può essere utilizzato per il riscaldamento in inverno. L’energia viene trasportata attraverso una «rete anergetica», un sistema di distribuzione a bassa temperatura. Cinque impianti di distribuzione attingono l’acqua o la immettono nella rete energetica in base al fabbisogno di riscaldamento degli edifici. Il monitoraggio continuo consente di utilizzare direttamente l’esperienza acquisita per l’ottimizzazione e per l’ampliamento del campus di Hönggerberg.