Sono ricominciati. Intendo i serpentoni d’auto ai portali del San Gottardo. Ma poi non ci si salva neppure quotidianamente in certi snodi delle nostre strade. Li vedo, incolonnati a cercare di entrare od uscire dalle città, verso nord o verso sud.
Credo che la mia idiosincrasia nei confronti di quella scatola di metallo sia iniziata nell’infanzia, odiavo stare ore ferma perché tutti avevano avuto la stessa idea… e d’estate, quando si entrava in un contenitore rovente, mi sembrava che ogni beneficio della nuotata scomparisse improvvisamente. Nel tempo la schiavitù automobilistica è aumentata, devastando anche il paesaggio. Ma poi è subentrata una maggiore consapevolezza ecologica e la comprensione che prima o poi l’ambiente chiede il prezzo di tutto questo. Naturalmente il progresso non si può fermare, non è che si possa tornare alla carrozza trainata dai cavalli per quanto l’immagine possa essere romantica, ma a questo punto si ribellerebbero gli animalisti…
Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:
L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite
l'apposito formulario.