Arte

Banksy, A Visual Protest

Bansky

Immagina una città in cui i graffiti non fossero illegali, una città in cui tutti potessero disegnare dove vogliono. Dove ogni strada fosse inondata di miriadi di colori e brevi espressioni. Dove aspettare in piedi l’autobus alla fermata non fosse mai noioso. Una città che desse l’impressione di una festa aperta a tutti, non solo agli agenti immobiliari e ai magnati del business. Immagina una città così e scostati dal muro – la vernice è fresca. Ci vuole del fegato, e anche tanto, per levarsi in piedi da perfetti sconosciuti in una democrazia occidentale e invocare cose in cui nessuno altro crede – come la pace, la giustizia e la libertà

BanskyAll’interno dell’architettura cinquecentesca del Chiostro del Bramante di Roma trova spazio l’artista “sconosciuto” più famoso al mondo: la mostra BANKSY A VISUAL PROTEST che apre al pubblico l’8 settembre 2020.
Il percorso espositivo include oltre 90 opere che raccontano la ricerca di Banksy, il quale ha conquistato il pubblico con ironia, denuncia, politica, intelligenza, e protesta.

In mostra, grazie allo stencil: stampe su carta o tela, insieme a una selezione di opere uniche realizzate con tecniche diverse dall’olio o dall’acrilico su tela allo spray su tela, dallo stencil su metallo o su cemento ad alcune sculture di resina polimerica dipinta o di bronzo verniciato. Il percorso espositivo percorre, anche comprendendo più di 20 progetti per copertine di dischi e libri, un arco temporale dal 2001 al 2017.

Chi è Bansky?
Nessuno lo sa, o meglio l’artista vuole restare anonimo. Sul suo account instagram ha dichiarato: «Non so perché le persone siano così entusiaste di rendere pubblici i dettagli della vita privata: l’invisibilità è un superpotere».

Si presume sia nato a Bristol all’inizio degli anni Settanta, e oggi Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della street art ed è stato inserito nel 2019 da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità più influenti nel mondo dell’arte. Ma nessuno, a parte i suoi amici e i suoi collaboratori più stretti, conosce la sua identità. Quello che al mondo è concesso sapere è che si è formato nella scena underground di Bristol, dove ha collaborato con diversi artisti e musicisti e che la sua produzione artistica è iniziata a fine anni Novanta. Da questo momento in poi, ha iniziato a invadere numerose città, da Bristol a Londra, a New York, a Gerusalemme fino a Venezia con graffiti e varie performance e incursioni.

La scelta di rimanere nell’anonimato nasce da un insieme di esigenze: la necessità di sfuggire alla polizia, data la realizzazione di incursioni e di graffiti illegali; tutelarsi considerando lo sfondo satirico delle sue opere che trattano argomenti sensibili come la politica e l’etica; il desiderio di non inquinare la percezione della sua identità e delle sue opere, come afferma l’artista stesso.
In merito all’arte ha dichiarato: «L’arte è diversa dalle altre forme di cultura, dal momento che non è il pubblico a decretarne il successo. Gli spettatori riempiono le sale dei concerti e dei cinema ogni giorno, leggiamo romanzi a milioni e compriamo dischi a miliardi. Siamo noi, la gente, a influire sulla produzione e la qualità di gran parte della cultura, ma non su quelle dell’arte. L’Arte che ammiriamo è il prodotto di una casta. Un manipolo di pochi che creano, promuovono, acquistano, espongono e decretano il successo dell’Arte. Quelli che hanno voce in capitolo saranno non più di qualche centinaio. Quando si visita una galleria d’arte si è solo dei turisti che osservano la vetrinetta dei trofei di qualche milionario».

Quella di Banksy è una comunicazione diretta, nel rifiuto del sistema e delle regole, l’artista si rivolge al suo pubblico senza filtri, le sue opere sono testi visivi capaci di informare e di far riflettere. I graffiti sono stati utilizzati per dare inizio a rivoluzioni, fermare le guerre e sono la voce delle persone inascoltate.

L’AUTENTICITÀ DELLE OPERE
Pest Control
, dal 2009, è l’ente ufficiale in grado di autentificare le opere di Banksy.
Pest Control certifica solo i pezzi prodotti per la vendita, quindi non le opere street art, non essendo state concepite per il mercato (salvo alcune eccezioni). Sul documento di autenticazione è spillata la metà di una banconota da 10 sterline che riporta l’effige di Lady Diana. La banconota ha un numero di identificazione scritto a mano che corrisponde al numero presente sull’altra metà, che rimane alla Pest Control; un falso che serve a dimostrare che si possiede l’originale. Pest Control ha ottenuto risultati radicali nella “pulizia” del mercato ma, allo stesso tempo, ha fatto infuriare quanti possiedono opere di Banksy indubbiamente autentiche ma che, per varie ragioni, l’artista si rifiuta di autenticare. Pest Control è di proprietà della Pictures on Walls (POW), prima società di Banksy fondata nel 2003. Le azioni di street art vengono autentificate tramite il sito banksy.co.uk e l’account Instagram @banksy.

INFORMAZIONI
BANKSY A VISUAL PROTEST mostra organizzata da DART – Chiostro del Bramante in collaborazione con 24 ORE Cultura e ideata da Madeinart. La rassegna prende il via dall’8 settembre 2020 fino all’11 aprile 2021 a Roma. Per maggiori informazioni: www.chiostrodelbramante.it

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