Il concorso del Festival internazionale del cinema di Berlino sarebbe dovuto giungere oggi a metà percorso, come tutte le altre sezioni. In realtà terminerà già domani, giovedì, dal momento che il film cinese Yi miao zhong (“One Second“) del pluripremiato regista Zhang Yimou, ambientato ai tempi della Rivoluzione culturale, è stato ritirato dal concorso «per problemi tecnici in fase di post produzione».
Fra le pellicole in concorso proiettate nella prima settimana ne segnaliamo tre: Grâce à Dieu del francese François Ozon, Ich war zuhause, aber… della regista tedesca Angela Schanelec e La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi.
Grâce à Dieu è la storia, girata in stile quasi documentaristico, di un’impressionante serie di abusi sessuali su minori, accaduta in Francia negli anni ’80 ad opera di Padre Bernard Preynat e coperta da importanti prelati del clero francese. Fra questi vi è anche il cardinale Barbarin, attualmente sotto processo a Lione per la mancata denuncia proprio degli abusi descritti nel film di Ozon.
Della regista tedesca Angela Schanelec è stato invece proiettato il primo lungometraggio, Ich war zuhause, aber…, che racconta, con lunghi primi piani e molti silenzi – tratti tipici dei lavori di questa regista -, il rapporto conflittuale fra Astrid, madre da poco rimasta vedova, e il figlio tredicenne Philipp.
Infine, La paranza dei bambini del romano Claudio Giovannesi narra la storia del quindicenne Nicola e dei suoi amici, giovani delinquenti a Napoli, decisi a farsi strada nel mondo della camorra. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di formazione di Roberto Saviano, che è intervenuto a Berlino alla conferenza stampa di presentazione del film.
Cleto Pescia