“Sono sempre alla ricerca di qualcosa… alla ricerca di perdermi nella musica, perché la musica essenzialmente è lì per offrirti qualcosa con cui poter affrontare il mondo” (Bruce Springsteen)
Aveva 26 anni, nessuno lo conosceva… ma poi arriva l’album “Born to run” e improvvisamente è impossibile non conoscerlo quel giovane rocker con la musica nel sangue, o meglio nel cuore… Bruce Springsteen, domani compie 70 anni è “The Boss” del Rock and Roll con una carriera lunga più di quarant’anni.
Springsteen è cresciuto in una famiglia cattolica dalle umili origini: suo padre autista di autobus e sua madre una segretaria. E fu proprio quest’ultima a regalargli a Natale la sua prima chitarra, di seconda mano, costata 19 dollari americani. Per quel ragazzo del New Jersey la musica era una via di fuga dalla vita di tutti i giorni, uno strumento di sfogo, protesta, riflessione e dialogo con la società e con il mondo. Ben presto inizia a suonare con il suo gruppo E Street Band in diversi locali di Asbury Park – dove Springsteen ha acquisito il soprannome di “The Boss” perché si è assunto il compito di riscuotere la paga notturna e distribuirla tra i suoi compagni di band – si trova un manager, Mike Appel, e cattura l’attenzione del talent scout della Colombia Records, John Hammond.
È il 1972 quando esce l’album debutto di Springsteen e della sua band dal titolo “Greetings From Asbury Park, NJ”. Ma è l’album “Born to Run” del 1975 che cambia davvero tutto: canzoni brillanti, innovative, ma soprattutto… canzoni Rock. È così che Springsteen diventa l’eroe della classe operaia americana, cantando canzoni sulla “vita reale”; il cantante ha più volte dichiarato che il lavoro della sua vita era «giudicare la distanza tra la realtà americana e il sogno americano».
I grandi musicisti si confrontano sempre con ciò che accade nel mondo che li circonda: a livello politico, sociale e culturale. Così ha fatto anche Bruce Springsteen con la sua musica, illustrando la lotta di una generazione per la crescita personale e per un cambiamento politico sociale. “Born to Run” è solo l’inizio di un lavoro iconico nel mondo della musica e del potere che ha nel plasmare il clima di quegli anni; l’album contiene canzoni superbe come Thunder Road, Meeting Across the River, e tutte le altre. È stato definito «il più grande album Rock and Roll mai realizzato», ma anche tutti gli album successivi non saranno da meno. Infatti, seguiranno “Darkness on the Edge of Town“, “The River“, “Nebraska“, “Born in the U.S.A.”; mentre quest’anno è arrivato “Western Stars“.
È chiaro che la sua musica è contemporaneamente un mezzo di riflessione, specchio e critica dell’America; ha svolto un ruolo vitale di protesta e attivismo, ispirando e creando cambiamento. Per esempio, la sua canzone Born in The USA sottolinea l’inutilità della guerra del Vietnam e sul trattamento dei veterani da parte del governo degli Stati Uniti; l’album “Wrecking Ball” (2012) tratta della crisi del 2008 e racconta le storie delle persone che hanno perso casa confrontandosi con quel famoso “sogno americano”; l’album “The Rising” (2002) offre una riflessione sugli attacchi dell’11 settembre.
Il Rock and Roll di Springsteen concede liberazione: ogni generazione attraversa una profonda difficoltà, cercando un significato e la musica può aiutarli a trovarlo, perché funziona come una catarsi e contemporaneamente riunisce le persone.
Perché Bruce Springsteen ottiene così tanto successo? Perché parla della vita delle persone e trasmette quella sensazione dell’essere “uno di noi”. Sul palco si presenta vestito in modo semplice: un paio di jeans e una maglietta stile “il ragazzo della porta accanto”. Sul suo palco non ci sono scenografie elaborate, ma l’unica cosa essenziale: la musica.
Bruce Springsteen e l’E Street Band
I membri della E Street Band, oltre a Springsteen, erano: Steven Van Zandt (chitarrista), Clarence Clemons (sassofonista), Max Weinberg (batterista), Garry W. Talent (bassista), Roy Bitton (tastierista), Nils Lofgren (chitarrista), Patti Scialfa (cantante e moglie di Springsteen), e Danny Federici (organista). Quest’ultimo e Clemons sono scomparsi rispettivamente nel 2008 e 2011.
Ma cosa distingue questo gruppo da tutti gli altri gruppi Rock di quel tempo? Il contrasto melodico creato tra la tradizione chitarra e la batteria contro il sassofono, l’organo e il pianoforte.
Il gruppo non si scioglie mai realmente, anche se nel 1989 i membri decidono di proseguire strade diverse, sperimentando in altre cose nel settore musicale e non solo. Nonostante questo, negli anni a seguire ci sono state diverse “reunion” con la band per dei tour come nel 1995, nel 1999 e si sono esibiti insieme al Super Bowl del 2009; poi ancora in tour nel 2016/2017. È il 2014 quando la band viene introdotta nella Rock and Roll Hall of Fame.
Piccole curiosità…
Dopo la morte di Clemons, il posto da sassofonista è stato preso dal suo stesso nipote che mantiene quell’atmosfera familiare nella band.
La seconda moglie di Springsteen, Patti Scialfa, è stata l’unica componente femminile del gruppo come back up voice e suonando la chitarra acustica. I due si incontrarono nei primi anni ’80 in un locale del New Jersey, dove Scialfa si era esibita con la sua band: Springsteen era così colpito dalla sua voce che le chiese di unirsi a lui nel suo prossimo tour mondiale. È ufficialmente entrata nella E Street Band nel 1984, proprio quando Springsteen stava iniziando a frequentare Julienne Phillips, che sposerà nel 1985 e divorzierà nel 1989. Con Patti Scialfa si sposa nel 1991 e con lei ha tre figli: Evan, Jessica e Sam.
Springsteen ha cambiato manager passando da Mike Appel a Jon Landau. Questo ha creato dei problemi con lo studio di registrazione per motivi contrattuali. Ma il volere del cantante è chiaro: Landau, ex critico musicale, resta. Oggi, dopo 40 anni, è ancora il suo manager.
Bruce e la E Street Band si stanno preparando per un altro tour mondiale per l’anno prossimo.
Successi e riconoscimenti…
È chiaro che Bruce Springsteen ha creato qualcosa di indelebile nel mondo della musica… i riconoscimenti sono stati tanti, infatti, vince: un Academy Award (1994), quattro American Music Awards (1985, 1986), un Brit Award (1986), due Golden Globe Awards (1994, 2009), venti Grammy Awards (1985, 1986, 1995, 1997, 2003, 2004, 2005,2006, 2007, 2008, 2009, 2010), un Juno Awards (1985), ha vinto un Tony nel 2018, due Grammy Hall of Fame (003, 2012), diversi MTV Music Video Awards (1985, 1994), e quest’anno è stato anche nominato per un Emmy Award per “Springsteen on Broadway”.
Da quel lontano 1975 ha pubblicato 19 album, ha venduto 135 milioni di dischi in tutto il mondo, e si è esibito in 236 spettacoli. Era e resterà tra i rocker preferiti d’America.
Che dire? Buon Compleanno Bruce Springsteen!
Maria Elisa Altese