Un lavoro arguto, intelligente, (auto)ironico per cui si ride ma amaro, è quello proposto in prima assoluta, ieri al Teatrostudio, da Carlotta Viscovo, protagonista, e Angela Dematté, drammaturga ben nota al LAC almeno per le sue collaborazioni con Carmelo Rifici. Una dichiarazione espressiva e politica sull’arte in generale, sulla condizione dell’artista, l’artista donna travolta dal sistema, in particolare. Si divide in due parti L’estasi della lotta, in un costante intrecciarsi e reciproco rinviarsi di riferimenti autobiografici (relativi alla stessa attrice) e riguardanti la storia di Camille Claudel (1864-1943), sorella di Paul, amante abbandonata di August Rodin.
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